L’Ue ci impone la mozzarella senza latte. Gasparri: «Assurdo, diciamo no»

2 Lug 2015 14:37 - di Priscilla Del Ninno

L’ultima follia Ue: produrre formaggi senza latte fresco. È questo l’ultimo diktat che Bruxelles vorrebbe imporci infliggendo un nuovo colpo al già troppo scricchiolante made in Italy. Un brand, quello del Bel Paese, sempre più indebolito dalla nomenclatura europea; fiaccato dalla recessione che ha costretto alla svendita continua dei più blasonati prodotti casalinghi; massacrato dal virus, a rischio endemizzazione, della contraffazione. L’ultimo sos, allora, arriva dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che sull’ultima trovata Ue ha rilanciato dicendo: «Il governo tuteli il Made in Italy, i nostri prodotti e le nostre eccellenze alimentari».

Ue, formaggi senza latte: sos made in Italy

Così, dopo i tarocchi siciliani soppiantati dalle arance tunisine. Dopo le pesche bianche provenienti dall’Africa e i pomodori importati dalla Cina, adesso l’Europa prova ad imporci i formaggi senza latte: una pretesa definita da Gasparri «assurda», e che contrasta con la legge italiana che – ha ricordato ancora l’esponente di Forza Italia – «ha regole ben precise a tutela della specificità e tipicità dei nostri prodotti alimentari. Non possiamo permettere che ancora una volta l’Europa intervenga non a protezione, ma a scapito dei nostri beni e favorire così produzioni straniere. L’uso del latte in polvere o di quello congelato farebbe perdere tutta la tipicità della mozzarella di bufala dop, ad esempio, o dei nostri formaggi. Il governo chiarisca cosa intende fare, se vuole ammazzare la nostra produzione, eccellenza nel mondo per assecondare assurde pretese europee». Richieste a proposito delle quali – ha poi concluso Maurizio Gasparri – come altri parlamentari di FI, anche io chiedo al ministro dell’Agricoltura di riferire subito su cosa intenda fare in merito alla assurda diffida della Commissione europea».

Dalla Ue ennesimo colpo al cuore della nostra tipicità

Un altro colpo al cuore della nostra eccellenza agro-alimentare che prova a fiaccare forza e spendibilità di qualità e tipicità italiane. Un ulteriore schiaffo alla nostra produttività che, dopo i falsi d’autore dei formaggi tipici della nostra tradizione casearia, il riso vietnamita e un classico della nostra storia culinaria, la pizza, oggi sempre più ibridizzata in nome del meeting-pot gastronomico e in virtù degli obblighi dell’import-export – non più frutto dell’originale mistura di farina, pomodoro, mozzarella e olio d’oliva rigorosamente made in Italy, ma furbesco miscuglio degli stessi ingredienti provenienti da Cina, Albania, Tunisia, senza alcuna indicazione per i consumatori – sembra che toccherà ai formaggi essere sacrificati sul piatto dei vincoli targati Ue…

 

 

 

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