Pressioni per far assumere due collaboratrici, chiesto il processo per Maroni

21 Lug 2015 13:43 - di Redazione

Chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Maroni per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita per presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a 2 ex collaboratrici. Tra i sei indagati per i quali il pm Eugenio Fusco ha chiesto il processo, oltre al governatore lombardo, ci sono anche Expo 2015 spa, coinvolta in base alle legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, il dg della stessa società, Christian Malangone, Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone e presidente di Ferrovie Nord Milano, Mara Carluccio, ex collaboratrice al Viminale di Maroni e il capo della segreteria del Governatore, Giacomo Ciriello. L’udienza preliminare si terrà il prossimo 30 settembre davanti al gup di Milano Chiara Valori, che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Maroni, dunque, rischia di finire a processo e, nel caso di condanna, anche solo di primo grado, di dover lasciare la carica di governatore in applicazione della sospensione prevista dalla legge Severino.

La raccomandazione per Maria Grazia Paturzo, legata a Maroni

L’inchiesta, chiusa lo scorso giugno, era scattata la scorsa estate a Busto Arsizio (Varese) dall’analisi da parte dei carabinieri del Noe di alcune intercettazioni nell’indagine su Finmeccanica e poi è stata trasmessa per competenza a Milano. Sotto la lente degli inquirenti era finita una presunta raccomandazione che avrebbe portato Maria Grazia Paturzo (non è indagata), altra collaboratrice di Maroni quando era ministro dell’Interno, ad ottenere un contratto come “temporary manager” in Expo. I due, tra l’altro, come scrive il pm nell’atto di chiusura indagini, sarebbero stati “legati da una relazione affettiva”. L’inchiesta, partita dai sospetti sul contratto (questa vicenda, però, non è più contestata nell’imputazione), è virata poi sul capitolo di un viaggio a Tokyo (30 maggio-2 giugno 2014) nell’ambito del ‘World Expo Tour’. Secondo gli inquirenti, infatti, Maroni avrebbe voluto che Paturzo fosse inserita nella delegazione della Regione per il viaggio e che fosse spesata da Expo, perché il Pirellone non poteva coprire i costi. Da qui le sue presunte “pressioni” su Malangone, attraverso il capo della sua segreteria Ciriello, e l’accusa di induzione indebita. Nel secondo filone dell’inchiesta, poi, Maroni è accusato di aver turbato la gara per favorire l’assegnazione di un contratto di collaborazione con Eupolis, ente di ricerca della Regione, a Mara Carluccio, altra sua ex collaboratrice. Per lei un bando ad hoc, secondo l’accusa, anche grazie all’intervento di Gibelli e dell’allora dg della società Alberto Brugnoli, che ha già patteggiato.

Il commento di Maroni: sono tranquillissimo

Maroni ha così commentato su Fb la richiesta di rinvio a giudizio: ”Il pm Fusco ha chiesto il mio rinvio a giudizio: me l’aspettavo e sono tranquillissimo. Si tratta di accuse ridicole (la promessa di un viaggio mai fatto, costo per la Regione: zero euro) destituite di ogni fondamento o rilevanza, formulate da un magistrato mosso da un evidente pregiudizio politico e incattivito dal clamoroso flop delle sue precedenti inchieste su Lega e Finmeccanica”.

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