Italiani rapiti, Alfano: «Non escludo proposta di scambio con scafisti»

22 Lug 2015 17:35 - di Redazione
bonatti libia

Il rapimento degli italiani in Libia può essere una richiesta di scambio con degli scafisti detenuti? “Non credo che possiamo escludere una pista, ma facciamo lavorare chi ha titolo a farlo e a farlo nel silenzio”: lo ha detto Angelino Alfano a Skytg24. “Nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito” alla lotta agli scafisti.

“L’Italia – dice ancora Alfano – sta pagando un conto molto salato all’instabilità della Libia. Gheddafi comunque dava una stabilità, non voglio dare giudizi ma era così. Poi quel regime è stato destabilizzato, e noi non vogliamo continuare a pagare il conto all’inerzia della comunità internazionale. Non si riesce a risolvere il problema e quel lavoro lasciato a metà porta l’Italia a pagare un secondo costo”

Sulla vicenda degli italiani in mano ai sequestatori è intervenuto anche il presidente Mattarella da Malta. Il rapimento dei quattro italiani in Libia rappresenta “una ferita aperta che speriamo si possa risolvere nel più breve tempo possibile”. spiegando che l’impegno dell’Italia per la soluzione della vicenda è “molto forte”. Secondo il capo dello Stato non solo l’Italia è a rischio.  “Tutti sono nel mirino: è nel mirino qualunque paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto delle vite umane”.

Secondo Mohamed Fathi, esperto egiziano sulla Libia, i rapitori dei quattro italiani possano fare parte di alcune formazioni islamiste legate a Fajr Libya . Secondo l’esperto “i rapitori potrebbero avere voluto inviare un messaggio politico all’Italia, in particolare sul piano di pace”, discusso in Marocco sotto l’egida dell’Onu, “piano che i rapitori definiscono ingiusto e che non soddisfa i loro interessi”. Fathi ha poi aggiunto che il “rapimento potrebbe anche essere un messaggio inviato all’Occidente, nel quale i rapitori sottolineano il fatto che non sono lontani dall’Occidente e che possono nuocere ai loro interessi in Libia ed altrove”. L’analista infine non esclude l’ipotesi che i “rapitori possano anche far parte di Daesh”.

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