In Grecia prostitute aumentate del 150% in 7 anni: è l’effetto della crisi

3 Lug 2015 17:13 - di Redazione

Dal 2008, quando la crisi economica ha fatto la sua prima comparsa in Grecia, il numero di donne che lavorano nell’industria del sesso è drammaticamente aumentato. Come sottolinea GreekReporter online, la maggior parte delle donne che si prostituiscono, in genere illegalmente, lo fa per sfamare i figli e se stesse. Oggi come oggi quasi un terzo dei circa 11 milioni di greci vive al di sotto della soglia di povertà e le donne e i bambini sono i soggetti più vulnerabili che risentono maggiormente delle misure di austerità volute dai creditori internazionali in cambio del salvataggio del Paese. L’enorme tasso di disoccupazione, che ha superato il 25%, ha indotto l’anno scorso più di 18.000 donne – in crescita rispetto alle 17.000 nel 2012 – a prostituirsi. Secondo una ricerca del Centro greco per le Scienze Sociali e dell’Università Panteion – come riferisce l’International Business Times -, il numero di persone che offrono prestazioni sessuali in Grecia è salito del 150% durante i sette anni della crisi.

In Grecia fabbriche vuote, bordelli pieni

Secondo Eva Cossé, ricercatrice dell’organizzazione Human Rights Watch, «nel corso degli ultimi anni, Atene ha dovuto far fronte ad un numero crescente di persone che hanno perso il lavoro, che sono state sfrattate dalle loro case, ridotte in povertà ed escluse dalla società”. «Mano a mano che venivano poste in atto le misure di austerità – aggiunge Cossé – sono aumentati i casi di HIV, di depressione ed i suicidi mentre centinaia di migliaia di persone sono state del tutto escluse dal sistema sanitario nazionale. Alcune ormai vivono per le strade e altre ci vanno in cerca di droga o per vendere sesso». In effetti, la legge greca in materia non aiuta granché. Prostituirsi in strada è illegale, ma non lo è nei bordelli che tuttavia, insieme con le donne che vi lavorano, hanno bisogno di speciali licenze. Così succede che in Grecia siano soltanto 1.000 le prostitute ufficialmente registrate, perché la legge prevede che le donne debbano avere una lunga lista di requisiti per essere iscritte nella categoria. «Il governo greco dovrebbe attuare un reale approccio alla sanità pubblica per le persone che fanno sesso in cambio di denaro, di droga o per altre necessità della vita e fare pure in modo che gli agenti di polizia rispettino i diritti delle donne la cui vita è già abbastanza dura», ha concluso Cossé.

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