Immigrati protestano per il vitto e l’alloggio. Si aspettavano l’hotel?

20 Lug 2015 14:15 - di Giulia Melodia

Immigrati in protesta da Livorno a Sassari. Ma stavolta non sono i malcapitatai residenti di una delle cittadine ormai presidiate a forza da profughi smistati a profusione in residence, hotel, scuole, palestre, caserme e, chi più ne ha, più ne metta. No, stavolta sono proprio i migranti stessi a scendere in piazza per lamentarsi dell’accoglienza roicevuta, a cui gli italiani sono costretti da una politica migratoria fallace ormai a livelli drammatici. Tra gli argomenti che hanno animato le rivendicazioni, l’idoneità della struttura deputata all’ospitalità; il vestiario, la qualità del cibo, e, dulcis in fundo, la lentezza dell’iter burocratico per la definizione del loro status. Eppure, nelle fote diffuse dalle agenzie di stampa, i migranti accolti in Italia sembrano calzare scarpe da ginnastica alla moda, dotati di capellini sportivi e cuffie all’utlimo grido tecnologico…

La protesta degli immigrati

Dimentichi, probabilmente, delle condizioni disperate da cui fuggono a rischio della loro stessa vita, gli immigrati scesi in piazza a Sassari però lamentano le «condizioni inumane» dell’accoglienza a loro riservata, e si dicono costretti in una struttura totalmente inadeguata a ospitarli, obbligati a sottostare a «condizioni igieniche ben al di sotto degli standard minimi della decenza». Un problema decisamente legato al numero massiccio degli arrivi di migranti, al loro continuo smistamento, all’incessante lavoro di solidarietà coatta a cui operatori e addetti ai lavori di vari settori sono dediti tra mille difficiltà e – oggi è proprio il caso di dirlo – inaccettabili recriminazioni… I rifugiati e i richiedenti asilo politico destinati al centro di prima accoglienza sassarese di Palmadula, infatti, non sono nemmeno i soli ad essere scesi in piazza per protestare, cercando peraltro la solidarietà degli abitanti della borgata rurale, già duramente messi alla prova: una quarantina di richiedenti asilo di origine africana, ospitati in una struttura di via Sant’Anna in gestione a una cooperativa, si sono radunati nelle stesse ore dei “colleghi smistati in Sardegna” sotto la questura di Livorno chiedendo un incontro. All’origine della richiesta ci sarebbero alcune lamentele sulle condizioni di permanenza nella struttura, in particolare sugli abiti a loro donati e sulla qualità del cibo servito, ma anche sulla lentezza dell’iter burocratico per la definizione del loro status. Una delegazione di immigrati composta da quattro persone è stata quindi ricevuta dal capo di gabinetto della prefettura livornese. Come a dire insomma che, al danno, si unisce decisamente anche la beffa… Nel frattempo, altri sbarchi, arresti di scafisti, e diatribe politiche interne e internazionali che animano il dibattito legato allo scottante tema “Immigrazione”, aggiornano i doveri in agenda appannaggio di politica, Marina Militare, forze dell’ordine, procure, medici, assistenti, operatori sanitari e umanitari, insomma degli italiani tutti. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

Ultime notizie dal fronte migratorio

1) Arrestati scafisti a Cagliari: è annegato durante le procedure di salvataggio l’emigrante africano arrivato morto nel porto di Cagliari con la nave norvegese Siem Pilot sabato scorso. È quanto emerge dall’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Cagliari dopo l’arrivo dei 451 profughi. Sono stati, intanto, identificati i tre scafisti che erano alla guida dei motoscafi su cui viaggiavano i migranti prima del salvataggio effettuato nel canale di Sicilia. Il pm Guido Pani contesta a tutti e tre il reato specifico di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e a due di loro anche la morte come conseguenza di un altro delitto in relazione al decesso dell’immigrato avvenuto durante le operazioni di soccorso e arrivato cadavere in Sardegna. La procura ha disposto, inoltre, indagini del sangue per identificare la vittima ancora senza nome, un giovane africano poco più che ventenne.

2) Gelmini, Renzi accetti le proposte dell’opposizione. La posizione di Maria Stella Gelmini, vicecapogruppo di Fi alla Camera, sui problemi legati all’immigrazione è netta e inequivocabile: «Lo squallido scandalo del Cara di Mineo, dove una parentopoli nostrana incassava posti di lavoro sul traffico del centro di accoglienza, fa il paio con Mafia Capitale di Roma targata Pd», ha dichiarato la parlamentare azzurra che poi ha aggiunto: «Con buona pace delle anime belle che schiamazzano contro i cittadini che non vogliono vedere occupate le loro case da veri o finti richiedenti asilo. Se ne faccia carico il governo e magari risolva una volta per tutte il problema degli imbarchi, oltre che degli sbarchi. È arrivato il momento per Renzi, invece di lanciare appelli alla nazione sulle riforme, visto il totale fallimento delle politiche sull’immigrazione, di accettare le proposte dell’opposizione. Non mancano e sono forti e chiare. Si passi una volta per tutte dagli annunci ai fatti concreti, il Paese non può più aspettare».

3) La polizia ungherese ha fermato negli ultimi tre giorni 4.235 migranti entrati illegalmente nel Paese attraverso il confine con la Serbia, e altre dieci persone per traffico di esseri umani. Come riferiscono i media serbi, nella sola giornata di domenica gli immigrati clandestini fermati sono stati 1.318, fra i quali 270 bambini. Gran parte dei migranti proveniva da Siria e Afghanistan. La maggior parte dei fermi è avvenuta nella zona di Ashotthalom, che è tra quelle più battute dai clandestini che, giunti in Serbia attraverso la “rotta balcanica”, passano illegalmente in Ungheria cercando poi di raggiungere i Paesi Ue del nord Europa. Una settimana fa l’Ungheria, per bloccare il flusso incessante di migranti, ha avviato i lavori di costruzione di una barriera metallica alta quattro metri lungo i 175 klm di frontiera con la Serbia.

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