Marino, i suoi neuroni e la proposta forte al Papa sulla schiavitù

20 Lug 2015 16:06 - di Redazione

Ignazio Marino non è più una questione politica. Il sindaco di Roma volteggia ormai deciso verso lidi di notorietà internazionali. Anche se le sue ultime uscite consiglierebbero un po’ di tranquillità e serenità. Sicuramente una vacanza. Per rilassare corpo e mente. Anche perchè siamo sempre più prossimi al delirio d’onnipotenza. È che Marino sembra irrefrenabile. Reduce dall’avere svillaneggiato una cittadina che lo contestava dicendole di connettere “i due neuroni che c’ha”, nel chiuso delle sue stanze in Campidoglio, il Sindaco ha provveduto ad attivare i tanti neuroni di cui è provvisto ed ha partorito un’idea. Una roba capace, ha subito tenuto a far sapere, di affrontare e forse risolvere il dramma della schiavitù.

Marino, il “solenne annuncio”

E così, a margine dell’incontro con il primo cittadino di San Paolo Fernando Haddad, davanti ad alcuni cronisti piuttosto interdetti ha dato l’annuncio: “Io domani porterò una proposta molto forte per alcuni aspetti della tratta degli esseri umani. La annuncerò domani. Una proposta molto severa che vuole però indicare la necessità di responsabilità di tutti noi perché se lo vogliamo possiamo davvero fermare alcuni crimini contro gli esseri umani”. Si, Ignazio Marino non riesce a rendere Roma un po’ più pulita nè, men che meno, un po’ più sicura, ma pensa di aver trovato il modo di azzerare una questione che è sempre stata irrisolvibile. Questione che porterà all’attenzione di Sua Santità il 21 e il 22 luglio in Vaticano, quando appunto si terranno dei seminari organizzati dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali e dedicati ai cambiamenti climatici e le moderne forme di schiavitù. Una serie di workshop ai quali  parteciperanno sindaci di città di tutto il mondo e che perciò il primo cittadino della Capitale,stimolato dai suoi neuroni,  deve avere individuato come un formidabile trampolino di lancio per il suo ipertrofico Ego di ex “scienziato” catapultato nel mondo della politica. Urge riposo.

 

 

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