FdI consegna a Marino migliaia di firme per chiudere i campi rom

13 Lug 2015 17:32 - di Redazione

Ruspe o no, i romani vogliono la chiusura dei campi nomadi. Da mesi Fratelli d’Italia è in prima linea contro il degrado con una massiccia campagna di raccolta firme, che ha superato i confini della Capitale e interessato anche le principali piazze italiane. Una delegazione guidata da  Marco Marsilio (già capogruppo al Comune di Roma e parlamentare di An) ha consegnato in Campidoglio il malloppo con migliaia di firme raccolte con decine di banchetti in calce alla proposta di delibera per la chiusura definitiva di tutti i campi nomadi, pullulati negli ultimi anni, teatro di tensioni, violenze che rischiano di deflagrare in un vero e proprio corto circuito sociale. «I cittadini romani hanno fatto la loro parte. Ora Marino faccia la sua per una volta», ha postato su Facebook Giorgia Meloni.

Campi nomadi, Marino che dice?

«Insieme al portavoce romano Andrea De Priamo e agli altri dirigenti e militanti di FdI-An abbiamo consegnato in Campidoglio le migliaia di firme necessarie  per la  presentazione della delibera per la chiusura definitiva di tutti i campi nomadi – ha spiegato Fabio Roscani, portavoce di Fratelli d’Italia nel Municipio VIII  (Ardeatina, Ostiense, Grottaperfetta, Tor Marancia, Garbatella, dove l’emergenza è molto alta) –  per mesi  nel nostro territorio i nostri militanti hanno raccolto le firme su tutto il territorio, riscuotendo il consenso dei cittadini, stufi delle numerose strutture abusive presenti nei nostri quartieri e del degrado che ormai invade tutto il territorio di Roma Capitale. I Campi regolari e soprattutto quelli non autorizzati, non mancano nel municipio. In passato l’argomento è stato oggetto di confronti pubblici, di manifestazioni cittadine e di vibrate proteste, soprattutto nel quadrante Marconi, nella zona a ridosso di via Pincherle,  a due passi dallo storico campo di via della Vasca Navale. Ma i fenomeni legati alla presenza di tendopoli più o meno strutturate, a macchia di leopardo caratterizza buona parte del territorio. Basta pensare agli insediamenti abusivi tra la Laurentina e la Cristoforo Colombo e il finto sgombero del campo rom Vicolo Savini, oltretutto  limitrofo all’Università di Roma Tre».

Meloni: finta accoglienza

I campi nomadi non sono la soluzione, anzi testimoniano un razzismo al contrario. «I campi nomadi sono un modo per isolare queste persone, non per integrarle. Le piazzole di sosta possono farlo», ripete Giorgia Meloni che più volte ha spiegato che esistono alterative. «Stiamo proponendo su tutto il territorio nazionale l’allestimento di piazzole temporanee di sosta dove questi nomadi arrivano, pagano le utenze e dopo un periodo stabilito si devono spostare. In altre nazioni ci sono piazzole di sosta attrezzate come queste che non riusciamo a fare noi. I campi nomadi legali esistono solo in Italia».

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