Cecil, il leone ammazzato dal dentista americano in cerca di emozioni forti

29 Lug 2015 13:17 - di Redazione

Adesso sappiamo che Cecil l’ha ammazzato un dentista. Americano e ignaro, come spesso sono da quelle parti. Cecil era, per tutti, il leone. Il leone dello Zimbabwe, simbolo e attrazione del parco nazionale Hwange, è stato ucciso, decapitato e scuoiato per conto di tale Walter Palmer, 55enne pacioccone del Minnesota, dentista con il pallino della caccia, specie se proibita, se è vero che è già stato condannato in passato per avere sparato ad un orso nero in Wisconsin. Come dire: recidivo e contento. Peccato per lui che i due complici, ai quali aveva elargito la bella cifra di 55mila dollari, siano stati beccati e non abbiano perciò potuto recapitargli il “trofeo”: la testa e la pelle di Cecil. Perché lui, furbo, era già andato via. È rientrato in Minnesota e s’è certamente rimesso a cavare denti e macinare dollari pensando alla prossima caccia. Ma siccome adesso c’è il web, Palmer, una volta identificato dalle autorità dello Zimbabwe, ancorchè neppure contattato da quelle statunitensi, ha subito l’assalto di quanti hanno schifato il suo inconcepibile comportamento. Una raffica di insulti che deve aver nuocito non poco al suo Ego. Tant’è che s’è sentito in dovere di rilasciare una dichiarazione che la dice lunga su chi realmente sia. “Ignoravo totalmente che il leone fosse conosciuto e fosse il preferito (del parco), che avesse sul corpo un segnalatore e fosse oggetto di studi prima della fine della caccia”, dice Palmer, che vive alla periferia di Minneapolis, a Eden Prairie. “Sono profondamente rammaricato dalla morte di questo leone. Adoro e pratico con responsabilità questa attività, sempre nel rispetto della legalità”. Ecco emergere la bugia difensiva. Lui non sapeva, lui ignorava. L’unica cosa che davvero non sapeva era che Cecil avesse addosso un segnalatore. Per il resto era ben consapevole delle sue azioni. Voleva quel leone perchè sarebbe stato un gran trofeo da esibire e di cui vantarsi. E da postare su Facebook: come tutte quelle altre foto che lo ritraggono felice come un bimbo tra animali morti. Perciò aveva pagato le guide locali,  per cercare Cecil e attirarlo appena fuori dal parco con un’esca. E l’unico rammarico che, probabilmente, realmente coltiva è quello di non poterne più avere le spoglie. Perchè la sua vita di dentista del Minnesota è così piatta e monotona. E l’adrenalina dello sparo non ha prezzo. Fino alla prossima caccia. Col fucile puntato contro l’ennesima belva. Che, chissà: magari s’inceppa.

 

 

 

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