Cannabis, altro che droga leggera: i medici dicono no alla legalizzazione

16 Lug 2015 17:06 - di Ginevra Sorrentino

Cannabis, altro che droghe leggere: dopo il pm Giovannini, ora anche l’oncologo Umberto Tirelli boccia senza possibilità d’appello la proposta di legge bipartisan presentata da 218 parlamentari per la sua legalizzazione. E per argomentarlo usa poche, ma efficaci riferimenti: «Sono in realtà molto pesanti i danni delle cosiddette droghe leggere»…

Cannabis, i motivi medici del no alla legalizzazione

A sostenerlo è Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica del Centro di riferimento oncologico di Aviano, tuonando contro la proposta di legge bipartisan presentata da 218 parlamentari per la legalizzazione della cannabis. Varie, spiega l’esperto, le ragioni a sostegno del «no alla legalizzazione». Innanzitutto, «la quantità di principio attivo della cannabis è passata dal 5% degli anni ’70 al 50-80% di oggi. Non esistono droghe leggere, e la cannabis superpotente, poiché modificata, è spacciata soprattutto fra i giovani e giovanissimi che la usano senza sapere i rischi che corrono». Ed ancora: «A chi fuma marijuana, va detto che questa abitudine danneggia gravemente i polmoni, aumenta il rischio di cancro, danneggia le facoltà cognitive come l’attenzione e la memoria ed aumenta conseguentemente il rischio di incidenti stradali». Il punto, allora, secondo l’esperto Tirelli, è che «nella nostra società si è andata sempre più evidenziando una sorta di accettazione, quasi ineluttabile, delle droghe in generale: basti pensare a quello che è successo nello sport e all’uso degli anabolizzanti. Ma se esiste il fumo di sigaretta e se esiste l’abuso dell’alcool, non è possibile accettare il principio che per non fare delle differenze devono essere approvate anche la marijuana e le altre droghe cosiddette leggere». Inoltre, occore evidenziare che «la marijuana – ribadisce Tirelli – a differenza del tabacco, può provocare alterazioni cerebrali, senza escludere effetti a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello stesso e sul sistema immunitario». Insomma, conclude l’oncologo, «bisogna combattere contro ogni tipo di droga ed è senz’altro consigliabile che almeno i medici si oppongano decisamente all’utilizzo delle droghe leggere da parte di chicchessia e che i politici facciano in modo, con leggi adeguate, non di legalizzare le droghe come vorrebbero fare oggi, ma di combattere il fenomeno senza fare inutili distinzioni tra quello che viene considerato leggero o pesante. È soltanto dannoso”.

Le ragioni etiche e sociali al no

E non è tutto: dopo la bocciatura giuridica e la stroncatura medica, arriva anche la bocciatura religiosa e sociale. Tanto che la nuova proposta per legalizzare la cannabis viene considerata «demagogica e disastrosa», oltre che un pericolo che rischia di minare alla base la coesione sociale del Paese, da Roberto Mineo, presidente del Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi che, in merito alla proposta di legalizzazione della cannabis sottoscritta dai 218 parlamentari italiani ha poi aggiunto: «In questo momento l’Italia ha bisogno di un cambio di passo da parte della politica che rimetta al centro di ogni azione la persona umana con i suoi inalienabili diritti, e non i proclami populistici e liberisti che non porteranno nulla di positivo se non una maggiore insicurezza e profondi conflitti sociali. Per questo motivo noi ci dichiariamo contrari alla liberalizzazione dell’uso di droghe di qualsiasi genere». Un rischio sociale  – a detta di Mineo – amplificato dalla possibilità di sortire gli stessi effetti negativi del fenomeno del gioco d’azzardo, a partire dall’incremento di nuove forme di povertà e da una possibile impennata della criminalità. Una stroncatura, quella sulla proposta di liberalizzazione della cannabis, rilanciata anche dal responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda, che, tra i vari comenti negativi a riguardo ha ricordato: «Pensare di controllare l’uso di droghe legalizzandolo è un’assurdità. Proporre che lo Stato legalizzi e magari tragga profitto dall’uso di droghe per poi finanziare percorsi di recupero è perversione ideologica – ha proseguito Ramonda –. L’esperienza con il gioco d’azzardo ci indica che le dipendenze aumentano e i costi sociali sono altissimi. Legalizzare l’uso di droghe, o la prostituzione, significa rendere socialmente accettate e condivisibili attività che creano danni enormi alla persona e alla società»…

 

Commenti

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  • Giuseppe Milisenda 21 Luglio 2018

    la chiamano droga leggera e intanto i ragazzini ci muoiono. Come fa a essere leggera una droga che fa cadere i ragazzini dai tetti?!
    Per non parlare di tutti i casi di violenza legati al consumo di cannabis documentati dalla cronaca
    Ormai viviano in uno Stato che anzichè proteggere i suoi cittadini dai vizi approfitta delle debolezze della cittadinanza solo per trarne profitto economico e favorire le lobby. Dopo la legalizzazione del gioco d’azzardo che ogni giorno distrugge la serenità di famiglie e comunità ci manca solo la legalizzazione della droga. Chi sono i poteri forti che si nascondono dietro alla disinformazione, dietro ai film e persino ai cartoni animati che inneggiano al consumo della droga? Come possiamo proteggere i nostri figli da chi vuole solo arricchirsi introducendo una nuova “cattiva abitudine” nelle loro vite. Da tempo ormai l’età media di chi ne fa uso si abbassa sempre più, a testimonianza di un disegno che la nostra società non riesce a vedere e da cui non riesce a proteggersi. Una volontà economica a cui non bisogna piegarsi. I ragazzi hanno bisogno di cultura e sport gratuiti per provare emozioni e scoprire che le vere gioie non si trovano dietro una canna, ma per provare la verà felicità serve sacrificio e impegno e non ci sono scorciatoie. Le droghe sono solo un’illusione. Non esistono le droghe leggere.

  • Regnob 14 Marzo 2018

    pienamente d’accordo con massimo sabattini.
    e cmq ce da dire che continuate a fare falsa informazione o ancora piu grave è il medico in questione che dice bischerate.
    il thc è vero negli anni 70 era intorno al 5/8%, nel.2018 il thc massimo raggiunto da una pianta sfiora il 30% e non l 80%!!!
    poi ci sono alcune sintetizzazioni che arrivano circa a quelle percentuali, ma sono difficilissime da reperire e sopratutto visto che si parlava del uso di marijuana nei ragazzini, nella maggior parte dei casi i costi non sono accessibili al loro portafogli.
    senza contare che le “canne” che compri al mercato nero, si sognano il 20% di thc (sono molto inferiori) figuriamoci l 80%.
    la marjuana va legalizzata per contrastare il.mercato nero che oltre a vendere per la maggior parte roba scadente, addorittura la “trucca” con sostanze ben piu dannose per i polmoni (tipo la polvere di vetro) che se fumate fanno molti piu danni all organismo.
    e cmq se posso comprarmi una bottiglia di alcool etilico al supermercato, perche non posso comprarmi una canna?

    menomale esistono anche scenziati e medici VERI che danno informazioni VERE.

  • massimo 4 Gennaio 2018

    sí, ragionamenti profondi e molto convincenti.. tant’è che alcool, tabacco e gioco d’azzardo sono stati ritirati dal governo 😀
    Ma fatemi un favore, su… estinguetevi se avete solo questi ragionamenti.
    Ovviamente sono a favore di una repressione con multe e nei casi più gravi arresto nell’uso di sostanze psicotrope, come all’uso nei luoghi pubblici, ma in casa, fra le proprie mura…
    I comportamenti a rischio per la salute sono innumerevoli, dal consumo esagerato di carne, dal consumo di verdure a rischio contaminazione dei vari glifosati, dalla conduzione di auto, sport pericolosi, etc.
    E chi è il pm aggiunto Valter Giovannini per essere considerato il luminare?
    Prendete anche la chiesa, a testimonianza 😀 …
    Bé, personalmente voterei a favore dell’uso a scopo ricreativo e medico. Malgrado voi 🙂
    Saluti libertari, Massimo Sabattini