Camorra, indagato l’ex senatore Diana. È stato membro dell’Antimafia

3 Lug 2015 13:35 - di Francesca De Ambra

Premessa: la presunzione d’innocenza vale per tutti, persino per l’ex-senatore Pds-Ds-Pd ora Idv, Lorenzo Diana, che poche volte nella sua carriera di professionista dell’antimafia ha mostrato di conoscere o di ricordare il contenuto dell’articolo 27 della Costituzione. Di Diana ci siamo già occupati qualche tempo fa, sulla scorta delle prime indiscrezioni che filtravano dalle dichiarazioni di alcuni pentiti di rango.

Coop rosse e clan: la strana storia di Lorenzo Diana

L’ex-parlamentare è stato raggiunto da un provvedimento cautelare di divieto di dimora nell’ambito dell’inchiesta sulla Cpl Concordia, la coop rossa accusata dalla Dda di Napoli di aver pagato mazzette agli amministratori di Ischia in cambio degli appalti per la metanizzazione e di aver stretto patti con le famiglie della camorra casalese. Anche in questo caso c’entra il metano, ma il territorio è il Casertano, compreso il comune di San Cipriano d’Aversa dove per anni Diana è stato dominus assoluto. Due sono i capi d’imputazione a carico dell’ex-senatore: concorso esterno in associazione camorristica e abuso d’ufficio. A tenerli incollati è il figlio del politico, Daniele. A Diana, infatti, gli inquirenti attribuiscono «un ruolo di assoluto rilievo» negli accordi tra la coop rossa e i clan dei Casalesi. Anzi, secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli,  il politico sarebbe stato «il  facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino». A farne le spese sarebbero state le aziende concorrenti mentre pre la sua attività di “mediazione” Diana avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio. Decisive sono state le dichiarazioni di Antonio Iovine, detto O’ Ninnouno dei capi del cartello criminale dei Casalesi e da oltre un anno collaboratore di giustizia.

È accusato di concorso esterno e abuso d’ufficio

La seconda accusa è relativa invece ad un concorso della Fifa: in questo caso a Diana i magistrati contestano contestato il reato d’abuso perché da presidente del Caan, Consorzio agroalimentare partecipato dal comune di Napoli (lo ha infatti nominato il sindaco de Magistris quale risarcimento consolatorio per la mancata elezione al Consiglio regionale della Campania, nel 2010, sotto le insegne dell’Idv) avrebbe affidato al sostituto procuratore della Figc (Federazione italiana gioco calcio), Manolo Iengo, incarichi di assistenza stragiudiziale nonostante una delibera del Caan lo vietasse apertamente. In cambio Iengo avrebbe fornito al figlio di Diana un documento che ne attestava falsamente il ruolo di dirigente in un club calcistico campano di serie D. «Mi sembra di essere tra un sogno e Scherzi a parte», è stato il commento a caldo dell’ex-segretario della commissione parlamentare Antimafia. In realtà è un incubo. C’è solo da sperare che la terrificante esperienza gli possa servire in seguito a non spacciare più avvisi di garanzie per condanne senz’appello.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *