Alla Camera il funerale della scuola. I prof assistono con il lutto al braccio

8 Lug 2015 14:00 - di Alessandra Danieli

Poche ora ancora, l’ultima full immersion a Montecitorio, con gli insegnanti a lutto sulle tribune, e la riforma della scuola diventerà legge dello Stato. In queste ore alla Camera sono in voto gli ultimi emendamenti (una sessantina) e il voto finale di fiducia è previsto per giovedì. La “buona scuola” di Renzi è un’autentica tragedia per gli addetti ai lavori, uno scempio denunciato dai sindacati e dalle opposizioni, che da settimane si oppongono alla “rivoluzione” renziana che rischia di mettere in ginocchio precari e giovani docenti abilitati espellendoli dal pianeta scuola. I lavori sono iniziati in un’aula semideserta per una seduta che si preannuncia incandescente con polemiche per la contrazione del numero degli emendamenti.

Il funerale della scuola

Da settimane i professori sono sul piede di guerra, non si contano sit-in, manifestazioni di piazza, presidi davanti a Montecitorio per denunciare il funerale della scuola voluto dal premier nell’indifferenza generale dei media. Un cartello trasversale di sindacati e forze politiche (con Fratelli d’Italia in piazza con spezzoni della sinistra anti-renziana in mezzo alla bandiere della Cgil) al fianco dei professori (che stanno pensando a un referendum abrogativo) non è bastato a impedire che la fretta di Renzi (smanioso di incassare la riforma entro l’estate) avesse la meglio sulla partecipazione dal basso e l’ascolto. Come nei giorni scorsi decine di professori assistono dalle tribune alla  discussione che si svolge nell’emiciclo: hanno volti preoccupati e il lutto nero al braccio per una legge che, come ha ricordato Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia, determinerà il più grande licenziamento di massa della storia repubblicana, «80mila precari che fino a ieri avevano formato i nostri figli entro due anni andranno a casa e si daranno appuntamento negli uffici per l’impiego».

Scuola, blitz di Gioventù nazionale

Nella nottata Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia  ha dato vita a un blitz  davanti agli istituti scolastici della Capitale: i ragazzi hanno affisso dei necrologi simbolici “in ricordo della Scuola pubblica”, sbarrando gli ingressi con nastri di pellicola di plastica.“Se questa è la Buona Scuola, siamo fieri di essere quelli dell’ultimo banco” è uno degli slogan intonati. «Siamo a luglio, le scuole sono chiuse e gli studenti in vacanza, ma guarda caso – dicono – proprio adesso viene deciso di approvare la riforma della scuola, forse con l’illusione di passare in sordina e di aggirare le proteste. Ma se Renzi e il suo governo pensano di cavarsela ancora una volta con un atto di prepotenza si sbagliano: gli studenti sono stufi di essere trattati con questa superficialità e noi continueremo a combattere per riacquistare la dignità che il mondo scolastico merita».

 

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