Ci voleva Silvio Berlusconi per far vincere un processo a Woodcock

9 Lug 2015 8:37 - di Redazione

“Per la prima volta un cambio di partito diventa reato, pur di condannare Berlusconi. Nella storia della Repubblica italiana si è perso il conto di quanti parlamentari abbiano cambiato partito, solo nella legislatura in corso sono 277, ma nessun magistrato si è mai sognato di aprire un’inchiesta, ne tantomeno di fare un processo”, scrive Salvatore Tramontano su “Il Giornale”.

Per la prima volta un cambio di partito diventa reato

Questo proprio perché nella Costituzione non esiste il vincolo di mandato egli eletti, una volta in parlamento, sono liberi di abbandonare il partito di appartenenza. Ma questa volta c’è di mezzo la corruzione, spiegano gli irriducibili antiberlusconiani. E già. Perché quando Fini o Alfano lasciano Berlusconi lo fanno nell’interesse del Paese, senza alcuna garanzia o promessa. Vero Napolitano? D’altra parte ci sarà un motivo se la compravendita di Bersani viene elegantemente definita scouting e quella di Berlusconi mercato della vacche. Vuoi mettere Scilipoti e Razzi con tutti quelli pronti a salvare Renzi?

Solita doppia morale nei confronti di Berlusconi

Insomma, far cadere Prodi è un delitto, ovviamente di Berlusconi. Questo nonostante tutti sappiano che il governo del professore, già politicamente debolissimo, andò a casa per l’avviso di garanzia alla moglie di Mastella, suo ministro di Giustizia. Far cadere Berlusconi, invece, è un atto di disinteressata responsabilità. E chissenefrega se dopo Prodi ci furono libere elezioni, mentre dopo Berlusconi tré premier non eletti dal popolo, ma scelti da Napolitano.

Prodi fu fatto cadere da Mastella non da Berlusconi

Hanno provato a farci credere che Fini fosse uno statista. Alfano un responsabile, e adesso vogliono spacciare Sergio De Gregorio, il testimone chiave dell’accusa contro Berlusconi, come una brava persona decisa a smascherare la corruzione del Cavaliere per un profondo senso di pentimento. Così dopo lo sputtanamento del bunga bunga, finito in Cassazione con un’assoluzione, e una legge Severino valida solo se trattasi di cacciare Berlusconi dal Senato, ora assistiamoa ll’ultimo sfregio in nome dell’ingiustizia ad personam.

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