Aumenta l’islamofobia in Francia: è il risultato della politica Ue sui migranti

17 Lug 2015 15:15 - di
Charlie Hebdo in edicola

L’incapacità, non solo dell’Italia, ma di tutta l’Unione europea, di gestire l’immigrazione clandestina selvaggia, sta provocando gravissime conseguenze ovunque: gli atti e le minacce islamofobi sono quasi quadruplicati in Francia nel primo semestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: è quanto ha annunciato l’Osservatorio nazionale contro l’islamofobia, mentre anche i musulmani di Francia celebrano la fine del Ramadan. Secondo l’organismo, c’è un legame diretto tra questi dati e gli attentati jihadisti di inizio gennaio a Parigi al giornale Charlie Hebdo e al supermercato kosher. Secondo l’Osservatorio, 274 atti o minacce islamofobe sono state recensite in Francia nel corso del primo trimestre 2015 contro 72 nello stesso periodo del 2014. L’organismo basa il calcolo sulla base di denunce recensite dal ministero dell’Interno. Per gli esperti non ci sono dubbi: l’inquietante aumento del fenomeno è legato ai numerosi attentati e minacce messi in atto dai fondamentalisti islamici in Francia negli ultimi mesi. E  ciò è confermato dal fatto che uno jihadista dell’organizzazione dello Stato islamico (Isis) in Siria chiese a uno dei tre sospetti arrestati nei giorni scorsi nell’ambito dello sventato attacco contro la base militare di Port-Vendres, vicino Perpignan, di «colpire la Francia»: è quanto riferisce la procura di Parigi. Dopo il lungo fermo giudiziario presso la sezione nazionale antiterrorismo di Levallois-Perret, nella banlieue parigina, i sospetti verranno deferiti quanto prima davanti a un giudice in vista di una eventuale incriminazione. Durante il fermo, riferisce FranceTV Info, i tre ragazzi si sono richiamati allo Stato islamico e rivendicato il loro impegno jihadista.

Francia, i terroristi islamici progettavano un altro attentato per il 7 gennaio

Infatti la giustizia francese ha aperto un fascicolo giudiziario e ha chiesto il carcere preventivo per i tre sospetti jihadisti fermati nei giorni scorsi nell’ambito dello sventato attacco contro la base militare di Port-Vendres, vicino Perpignan, nel sud della Francia. Dopo il lungo fermo presso la sezione nazionale antiterrorismo di Levallois-Perret, nella banlieue parigina, i tre ragazzi di 17, 19 e 23 anni sono stati deferiti davanti al giudice. Durante il fermo, riferisce FranceTV Info, hanno ammesso di voler colpire la base militare di Fort Bear e si sono richiamati allo Stato islamico rivendicando la loro fede jihadista. Non hanno però confermato la notizia rivelata giovedì da alcuni media secondo cui l’attentato era previsto per il prossimo 7 gennaio, esattamente un anno dopo la strage contro la redazione di Charlie Hebdo. Sarebbe stato un componente britannico dell’Isis attualmente in Siria a chiedere espressamente a uno dei tre ragazzi di colpire la Francia. Tutti e tre hanno conseguito il baccalauréat, l’esame francese di maturità e sono incensurati. Si sarebbero incontrati sul web. Inizialmente, nutrivano l’idea di arruolarsi nell’Isis in Siria ma il progetto è sfumato quando il più grande di loro è stato oggetto di un’interdizione di uscita dal territorio francese.

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