Abruzzo, omissioni e violazioni. La Corte dei Conti: sciogliere la regione

22 Lug 2015 17:41 - di Redazione
interviste

Tegola Abruzzo in arrivo sulla testa di Matteo Renzi. Perché adesso, dopo Campania e Sicilia, tocca pure all’Abruzzo. Tocca alla relazione con la quale la Corte dei Conti ha evidenziato gravi inadempienze nella redazione dei consuntivi, fermi al 2012, e nella gestione complessiva dei conti, ad esempio non riconoscendo il disavanzo e contraendo spese. Morale: la Corte dei Conti ha chiesto lo scioglimento del Consiglio regionale dell’Abruzzo. Ora la parola va al Consiglio dei Ministri che avrà una relazione del ministero competente. Tre i possibili epiloghi: Roma accetta le argomentazioni dell’ Ente concedendo un tempo per ottemperare, commissariare il bilancio, o attivare l’iter per lo scioglimento. La lista di contestazioni che chiama in causa la giunta di centrosinistra è lunghissima, e fa tremare i polsi. Disegna infatti un quadro a tinte foschissime, per Regione Abruzzo. La valutazione in merito alla gravità delle violazioni è rimessa al Governo e al Presidente della Repubblica, secondo lo schema dell’articolo 126 della Costituzione e delle sentenze della Corte costituzionale che prevede “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”. Ecco perchè la Corte dei Conti ha chiesto al Governo di valutare la possibilità di sciogliere il consiglio regionale d’Abruzzo. Omissioni, e persistenti violazioni: l’accusa è di quelle che non possono passare sotto silenzio. Secondo i magistrati contabili l’ente non ha ancora riallineato i conti pubblici, anzi istruisce le sue attività su un avanzo di bilancio soltanto presunto. Scrive la Corte dei Conti: “Persiste un comportamento omissivo della Regione Abruzzo nella redazione dei documenti consuntivi”, non avendo inviato né la bozza di rendiconto del 2013 né l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013 né la bozza di rendiconto per il 2014. Una bocciatura su tutta la linea dell’operato della politica regionale abruzzese.

 

 

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