Uber umilia (di nuovo) Hollande: ora gli soffia anche i manager

11 Giu 2015 18:18 - di Viola Longo
uber francia

Colpaccio di Uber in Francia: l’azienda, al centro di numerose polemiche anche Oltralpe, si è accaparrata il consigliere per la comunicazione di Alain Vidales, il ministro dei Trasporti del governo socialista. Suscitando alcune polemiche professionali, oltre a un certo sconcerto politico.

Allo studio il conflitto di interessi

Grégoire Kopp, secondo quanto riferito da Le Monde, che ha dato notizia del passaggio del funzionario al “nemico”, è stato sentito da una commissione deontologica, che dovrà valutare se esiste un conflitto d’interessi. Il diretto interessato la esclude e si prepara a prendere possesso del nuovo ufficio alla direzione comunicazione della società americana per il 22 giugno. Il contesto in cui il passaggio avviene, però, è tutt’altro che lineare e rischia di avere un contraccolpo di immagine abbastanza pesante sul governo: tra ministero e Uber, infatti, è in corso un serrato braccio di ferro per l’erogazione del servizio Pop sul territorio nazionale.

Lo schiaffo di Uber a Hollande

Un paio di settimane fa, l’esecutivo aveva imposto uno stop a UberPop, il servizio non professionale che, in Francia come in Italia, è considerato concorrenza sleale sia dai tassisti sia dai noleggi con conducente. Nonostante l’intervento della politica, però, l’azienda ha comunque deciso di estendere UberPop a Marsiglia, Nantes e Strasburgo, che si andranno ad aggiungere alle città in cui il servizio è già attivo: Parigi, Lione, Lille, Bordeaux, Tolosa e Nizza. La situazione appare simile a quella che si è verificata in Italia, con la differenza che qui c’è stata la sentenza del Tribunale di Milano che ha sospeso UberPop, disponendo la disattivazione della App con cui funziona. In Francia, invece, la corte d’Appello di Parigi a fine marzo si è pronunciata con un rinvio: non deciderà prima di settembre, quando sulla questione è atteso il pronunciamento della Corte costituzionale. Nel frattempo governo e azienda giocano ciascuno le proprie carte. E, a quanto pare, Uber ha degli assi in grado di mettere in difficoltà i socialisti di Hollande.

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