Tor Sapienza, la coop del centro immigrati finisce in Mafia Capitale

5 Giu 2015 10:32 - di Liliana Giobbi

Davanti alle “pressioni” di Salvatore Buzzi decideva di rinunciare a partecipare ad alcune gare «permettendogli così vincerle». Nelle carte della seconda tranche dell’inchiesta sul “Mondo di Mezzo” compare anche il nome di Gabriella Errico, la presidente della cooperativa “Un sorriso” finita sotto i riflettori alcuni mesi fa durante le durissime proteste scoppiate nel quartiere della periferia romana di Tor Sapienza tra i residenti e gli immigrati del centro d’accoglienza gestito dalla cooperativa.

La coop di Tor Sapienza sotto i riflettori

Il reato che le viene contestato è quello di turbativa d’asta, anche se il gip ha deciso di rigettare la richiesta di misura cautelare spiegando che nei suoi confronti «possa essere effettuata una prognosi favorevole, in ordine all’astensione dalla commissione di ulteriori reati, tenuto anche conto della pena che ragionevolmente potrà essere irrogata». In particolare il gip fa riferimento al bando per l’accoglienza di 580 persone dal primo settembre 2014 al 31 dicembre dello stesso anno per il quale il Dipartimento politiche abitative aveva richiesto manifestazioni d’interesse a 15 operatori. «Appresa la notizia – si legge nell’ordinanza -, Buzzi, personalmente e attraverso i suoi collaboratori iniziava un’attività intesa a contattare gli altri concorrenti, per definire reciproci accordi di desistenza sulle diverse gare ovvero per spingere sui loro rappresentanti a non partecipare alla gara». Una volta comunicato a Carminati e ai suoi collaboratori di aver «fermato tutti» grazie ad «accordi collusivi», apprendeva però che la cooperativa della Errico aveva presentato una manifestazione di interesse. «Tranquillo, hanno solo… non sono riuscita a bloccare la cosa ma quello tanto non è partecipazione, manifestazione d’interesse, punto», si difendeva la presidente della cooperativa, invitando Buzzi a stare “sereno”. «Hanno semplicemente risposto perché vanno di default… vanno però poi dopo non c’è la continuazione», aggiungeva. «Effettivamente la Errico, il medesimo giorno – spiega il gip – s’incontrava con Nacamulli e rinunciava alla partecipazione».

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