Talenti a destra: dal territorio spuntano tante facce nuove e credibili

20 Giu 2015 7:49 - di Redazione

Marianna Rizzini su “Il Foglio” presenta un elenco di uomini e donne di centrodestra che vincono sul territorio e portano avanti la bandiera in questo momento tanto difficile per tutta la coalzione alternativa alla sinistra, “Senza grandeur, ma con la volontà di traghettare la baracca oltre le secche del tempo presente”.

C’è una destra che vince e convince. Sta sul territorio

“Il Foglio” ha raccolto, in un piccolo, arbitrario e incompleto catalogo, alcune storie del centrodestra che ha funzionato (o che promette di funzionare). Ecco così il sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni, protagonista di una vicenda giudiziaria e umana che dice molto del rapporto tra giustizia, politica e grancassa mediatica. E poi c’è Luigi Brugnaro, imprenditore che ripete di essere artefice “di una vittoria personale” (non “di partito”) e di voler “dialogare” con il Pd renziano. Poi il nuovo sindaco di Arezzo, l’ingegnere Alessandro Ghinelli, 63 anni, docente all’università di Firenze. Anche Ghinelli dice “il centrodestra unito vince”.

La destra che vince sta vicino alla gente, tutti i giorni

Andrea Romizi, 36 anni, sindaco di Perugia per Forza Italia, avvocato, nipote di grecista, fìglio di pediatra. Un anno fa, candidato last minute, ha strappato a sorpresa la città alla sinistra. Oggi Romizi gira ancora per i quartieri per raccogliere le doléances. Ha l’ambizione di togliere a Perugia la patina da “Gotham city” rimastale appiccicata dopo l’omicidio Meredith, e di digitalizzarla. Come altri sindaci trentaquarantenni di centrodestra (vedi Guido Castelli ad Ascoli), “non vuole fare battaglie ideologiche” ma neppure “morire renziano” (e neanche fittiano). Fa network con Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia. Claudio Ricci, 51 anni, sindaco di Assisi, ex candidato alla regione Umbria. Ingegnere, Ricci in campagna elettorale si è distinto per l’approccio informale, trasversale e non partitico: “Facciamo come Podemos” (ma da destra), diceva. Ha pubblicato il suo numero di cellulare (“costante reperibilità”).

Le esperienze locali stanno formando una nuova classe dirigente di destra

Guido Castelli, 49 anni, sindaco di Ascoli Piceno al secondo mandato, avvocato. Come Cattaneo e Romizi, con cui si incontra in riunioni semicarbonare in quel di Spello, in Umbria, vuole “irrobustire il brand appannato di Forza Italia” (anche se lui viene da An). In campagna elettorale si è fatto ritrarre con Matteo Renzi e Giorgio Napolitano, ed è un sostenitore della concretezza della “politica dei dodici passi: quelli che fai uscendo da casa prima che il cittadino incazzato ti fermi”. Un sindaco “non potrà mai essere un cooptato”, dice, convinto che “non si debba avere paura delle preferenze e della contendibilità del collegio”.

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