Salvini non convince i giovani di Confindustria, ma il dialogo è iniziato

6 Giu 2015 7:31 - di Redazione

Secondo “Libero”, Matteo Salvini non ha convinto la platea dei giovani industriali riuniti a Santa Margherita Ligure: «Sono d’accordo con Gay quando dice che siamo un Paese incredibile, ma…». Ma rifila dei pizzicotti. Ammette di essersi scontrato con i vertici di Confindustria. Ad esempio, sul trattato di libero scambio Europa-Usa. Poi critica Bruxelles, «che penalizza l’Italia» e se la prende con gli «euro-bamba».

Salvini non convince su euro e populismo

Domanda dalla platea. Francesco Ferri, vicepresidente dei Giovani di Confindustria, sintetizza interrogativi e riflessioni in tré cazzotti: «Il populismo è la più subdola delle tentazioni». «Ci fa tre proposte per il rilancio?». «Come può pensare davvero a un’Italia senza euro?». Salvini: «Proposte? Ne faccio una decina!». Elenca Flat tax, recupero della sovranità monetaria, certezza del diritto, nessuna sanzione economica alla Russia, federalismo fiscale, rinegoziazione dei trattati europei, via la legge Fornero, modifica al tetto di spesa e all’Imu. «Ho una visione di economia più libera rispetto al Pd». E sull’euro: «Voglio una moneta più vantaggiosa, anche dei premi Nobel la criticano».

Visioni diverse anche sulle misure del Governo

 

Domande: gli 80 euro servono? «Non hanno rilanciato l’economia». E il Jobs Act? «Troppo poco». Incassa in tutto un paio di applausi, ma per un paio di battute con cui stempera il clima. Poi saluta con un annuncio: «Se voi ci siete, io ci sono». Commenti dei giovani industriali. «Siamo stufi degli slogan» riflette Riello. «Salvini ha dimostrato buona volontà», ma salva poco altro. Certo, è vero «che l’Europa ha tanti difetti. L’Italia merita molta più consi derazione». Però, ecco, da qui a dire “usciamo dall’euro” «ce ne passa».

Per i giovani di Confindustria, “basta libri dei desideri”

Simone Ghiazza, presidente Giovani imprenditori del Piemonte, osserva: il leghista «ha scritto un libro dei desideri che abbiamo già sentito. Certi concetti vanno conditi con la pratica, tempi, modalità precise». Ferri, quello delle domande graffianti, sorride: «Sull’Europa e sull’euro è stato più possibilista…». Ma le divergenze restano. Pure sul Jobs Act «noi non siamo così critici». Armando Siri, consigliere economico di Salvini sulla Flat Tax, gli sottopone dati e tabelle. Il dialogo è in salita, ma è iniziato.

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