Roma, sindaco e partito allo sbando. Tutti i guai del Pd capitolino

17 Giu 2015 10:24 - di Lisa Turri

Non è solo il sindaco Marino che non va. A Roma è tutto il Pd a fornire un’immagine pessima, di partito neofeudale  e preda dei capibastone. Questo è quanto ha scritto in un dossier sul partito nella Capitale l’ex ministro Fabrizio Barca, che punta l’indice contro i tesseramenti fasulli e taroccati. Nonostante il commissariamento, dunque, il Pd è tutt’altro che uscito dalla palude.

Circoli indebitati e tessere del Pd gonfiate

Non solo: i 115 circoli, come scrive oggi il Corriere, “hanno prodotto un debito di un milione e mezzo di euro” che sarà ripianato con la “colletta” tra i parlamentari. Ma la vera nota dolente è quella sugli iscritti: uno su cinque è falso. E quelli che vorrebbero veramente prendere la tessera non lo fanno per protestare contro il fatto che non è stata fatta pulizia. I responsabili dei tesseramenti gonfiati del 2013, infatti, non sono stati rimossi.

La situazione del Pd a Tor Bella Monaca

Particolarmente grave sarebbe la condizione del Pd a Tor Bella Monaca, dove un esponente locale del Pd denuncia: “In centinaia rifiutano di iscriversi, non si tesserano perché è intollerabile che il commissario Gennaro Migliore abbia affidato i banchetti agli stessi che erano responsabili del tesseramento 2013, il più gonfiato di Roma, in nessun Municipio la gravità della situazione è paragonabile alla nostra”. Insomma quando il dossier Barca sarà terminato voleranno altri stracci tra le file dem della Capitale.

 

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