Riecco Valditara: «Fini e Monti, che delusione: offro le mie idee a Salvini»

25 Giu 2015 8:04 - di Redazione

Intervistato da “Il Corriere della Sera”, il professore milanese Giuseppe Valditara –  che “è stato parlamentare con An, Pdl e Fli: però nei primi anni Novanta collaborò con la Lega Piemontese di Gipo Farassino, spedito da Gianfranco Miglio, «un uomo colto e di intelligenza spaventosa: per me, un vero maestro» – spiega perchè “Questa di Salvini è una Lega un po’ diversa. Matteo è un uomo coraggioso, che parla con chiarezza. Dice cose che milioni di italiani aspettavano si decidesse a dire un politico». Il difficile arriva adesso: fargli trovare un accordo con Silvio Berlusconi. «La prospettiva politica c’è, i due hanno parecchi punti in comune». Tipo? «Economia: entrambi sono d’accordo che l’oppressione fiscale è diventata insopportabile, è necessario introdurre la flat tax. Spesa pubblica: comincerebbero a tagliare i costi improduttivi dello Stato da domani mattina…». Immigrazione. «Ah, beh! Credo proprio che i due siano d’accordo su un fatto: un conto è accogliere, un conto è essere invasi. Si deve dare ospitalità a quegli immigrati che sono realmente profughi, ma qui ne stanno per arrivare almeno 250 mila…Politica estera. «Un punto comune è la critica feroce a quelle sanzioni imposte alla Russia di Putin. Finora ci abbiamo rimesso 4 miliardi e mezzo di euro e centinaia di posa di lavoro».

Valditara: “Monti mi affascinò da professore che sfoggiava idee liberali”

Il professor Valditara risponde rapido, sicuro, non sbaglia i congiuntivi come capita a certi suoi colleghi che frequentano Montecitorio, mai reticente, piacevole, spregiudicato. Per dire: essere diventato il capo degli accademici del Carroccio, gli è costato in queste ore qualche cinguettìo velenoso su Twitter («Uff! Quelli che mi rinfacciano d’aver avuto simpatie per Mario Monti, stiano calmi: è vero, l’uomo mi affascinò da professore che sfoggiava idee liberali. Poi, però, quando un’ambizione smodata portò a immaginarsi presidente della Repubblica, capii di che pasta era fatto»).

“Su Fini, ecco, è opportuno stendere un velo”, dice Valditara

Valditara non ha mai usato toni sfumati: Fini è il futuro — diceva — Berlusconi passato (lui allora s’incupisce, la voce gli si abbassa: «Diciamo che Gianfranco è stata una delusione. Ma su Fini, ecco, è opportuno stendere un velo»). Anche perché il futuro è tornato ad essere il Cavaliere. «Credo che Berlusconi si sia reso conto che il patto del Nazareno è stato un errore: ripeterlo, sarebbe un suicidio. Renzi voleva sfondare al centro, non c’è riuscito, ora è prigioniero della sua sinistra intema. È, diciamolo, un cadavere ambulante».

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