Pistelli dice addio alla politica per l’Eni. Ha svezzato Renzi e ora scappa

15 Giu 2015 12:33 - di Alessandra Danieli

Ha deciso e non torna indietro. La lettera di dimissioni è scritta e consegnata: Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri, lascia il governo e il Parlamento per un ruolo apicale nell’Eni, sarà il vicepresidente della grande azienda energetica italiana. «A 51 anni si può cambiare vita, mi occuperò di business internazionale», racconta in una lunga intervista alla Stampa, concentrandosi sul futuro impegno professionale di grande prestigio  (che gli permetterà di coltivare antichi interessi e la promozione del business internazionale in Africa e in Medio Oriente) e glissando sulle ragioni politiche di un addio non certo indolore per il Pd, che perde un pezzo da novanta, un politico che viene da lontano e che ha avuto il merito (o il demerito) di svezzare il giovane Renzi nei primi anni ’80, che lo ha “ricambiato” preferendogli Gentiloni alla successione di Federica Mogherini alla Farnesina. Il premier, in pochi lo sanno, ha mosso i primo passi come portaborse di Pistelli.

La carriera di Lapo Pistelli

Una carriera di lungo corso che viene da lontano quella di Lapo Pistelli, che inizia alla fine degli anni Ottanta quando è il responsabile dell’Ufficio esteri della Democrazia cristiana: prima consigliere e assessore al Comune di  Firenze, sbarca alla Camera nel 1996 sotto le insegne dell’Ulivo prodiano per poi approdare nel 2007 nell’esecutivo nazionale del Pd. Lapo Pistelli è stato anche il principale sfidante di Renzi alle primarie di Firenze nel 2009. Dopo oltre trent’anni di politica attiva e aver ricoperto ruoli pesanti, anche se poco visibili sui grandi mezzi di comunicazione, oggi molla il Palazzo, le beghe interne alla sinistra, l’eterno tira e molla del premier che non lo convince.

Deluso da Renzi

Una scelta personale, ma certamente dettata anche da delusioni politiche e una certa allergia per la normalizzazione renziana, una scelta che avrà ripercussioni, non solo di immagine, nel Partito democratico. Nel giro di pochi mesi il premier deve subire la partenza di un atro esponente di spicco del partito, dopo l’addio, non certo rimpianto, di Enrico Letta verso i lidi parigini e del consigliere economico Tommaso Nannicini. Che sia l’inizio di una lenta ma inesorabile emorragia di cervelli in fuga del premier e leader democratico? Renzi, naturalmente, esibisce una grande tranquillità. È lo stesso Pistelli, con una certa ironia, a raccontare che il premier l’ha presa bene: «Lì per lì mi è sembrato sorpreso, ma è molto intelligente e veloce, e ha subito detto  “bene, bene”». Verrebbe da dire che il navigato Pistelli abbia mollato Renzi perché lo conosce bene come le sue tasche: l’imbonitore Matteo può convincere gli ingenui elettori ma non chi lo ha visto muovere i primi passi nel palazzo.

Gasparri: scelta sospetta

«A cinquantuno anni si può anche cambiare mestiere, come sostiene Lapo Pistelli, ma è certamente tutt’altro che trasparente il passaggio dall’incarico di viceministro degli Esteri, a vice presidente senior dell’Eni», Maurizio Gasparri, tra i primi a commentare l’addio alla politica di Pistelli, non è convinto della correttezza dell’operazione. «L’Eni è  un’azienda pubblica, controllata di fatto dal governo. Si stanno violando e aggirando precise norme di legge».

 

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