Perché adesso Salvini convince gli italiani molto più di Renzi

19 Giu 2015 7:37 - di Redazione

“Le urne per i ballottaggi hanno decretato: Pd sconfitto, centrodestra a trazione leghista risorto. «Non possiamo inseguire chi fa tweet sulla scabbia o propone di sparare sul primo che passa», ripete da giorni Matteo Renzi per arginare la propaganda di Salvini. Ma il guaio è che il leader della Lega sulla bomba immigrazione è riuscito a costruire una narrazione rozza, semplificata, populista quanto si vuole, ma tremendamente efficace”, scrive Marco Damilano su “L’Espresso”.

Salvini ha battutto Renzi proprio sullo storytelling

Predica Salvini: è in corso l’invasione (in realtà i numeri dei migranti arrivati in Italia fin qui sono di poco più alti dell’anno scorso: 57mila, più 6,8 per cento rispetto al 2014), bisogna organizzare i respingimenti alle frontiere (in che modo, se la frontiera italiana è il mar Mediterraneo?), l’Europa non ci aiuta (vero, ma non è Salvini il primo alleato di Marine Le Pen che spinge il governo socialista francese sulla linea dura?). Mentre a Palazzo Chigi sull’emergenza sbarchi il grande comunicatore non ha mai trovato il passo giusto. Ha cercato una precaria terza via tra «salvinismo e buonismo», senza trovarla.

Matteo Salvini batte Matteo Renzi sul suo terreno: lo storytelling

La difficile gestione dell’emergenza mette a nudo la debolezza dell’Italia sul piano internazionale e nel Consiglio europeo, perfino nei rapporti con la Francia di François Hollande e di Manuel Valls, il primo ministro che è sembrato proporsi come il gemello d’Oltralpe di Renzi. I due governi socialisti hanno in comune la pressione di una forza di destra che riesce a cavalcare con abilità le paure dell’opinione pubblica. E sono finiti in rotta di collisione. Ma sull’immigrazione Renzi si gioca molto: in discussione ci sono la gestione dei centri di accoglienza con il sottosegretario Giuseppe Castiglione (Ncd) sotto inchiesta per gli appalti del Cara di Mineo, i rapporti di forza in Europa e soprattutto migliaia di migranti, persone in carne e ossa. Che non possono aspettare un piano B.

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