L’ultima fuga di Marino. Dà forfait alla cerimonia di riapertura di una strada

19 Giu 2015 15:12 - di Alessandra Danieli

Ignazio Marino ormai è assediato. Al pressing trasversale per le dimissioni si aggiungono le contestazioni quotidiane dei romani per i danni procurati alla vita quotidiana. L’ultima fuga del sindaco si svolge nel quartiere Appio Tuscolano, via Genzano,  dove era atteso insieme al suo assessore ai Lavori Pubblici, Maurizio Pucci, per inaugurare la riapertura della strada dopo oltre due anni si lavori per tappare una grossa voragine e riparare i condotti fognari. Viste le prevedibile contestazioni di un gruppo di residenti e commercianti che lo aspettavano «per dirgli che ci ha fatto vivere in una fogna a cielo aperto per anni», il sindaco Marino non si è visto.

Clima teso per Marino

Serrande dei negozi abbassate in segno di lutto, cartelli con scritto “in due anni tappavi pure il buco dell’ozono” e qualche scintilla tra i cittadini esasperati e il consigliere radicale del VII municipio Davide Tutini, che ha strappato un cartello di protesta «perché abusivo» suscitando la reazione dei presenti,  tra spintoni e parole grosse. Per monitorare la situazione, oltre ai vigili urbani, sul posto sono arrivati anche due blindati della polizia. Ma del sindaco nemmeno l’ombra. A “parare” la rabbia dei cittadini solo il consigliere radicale, che non ha dato prova di grande sangue freddo e ha ribaltato le accuse. «Sono stato aggredito fisicamente e verbalmente da un gruppetto di persone che non hanno accettato che io staccassi da una ringhiera il loro striscione abusivo. È intervenuta la Polizia allontanandomi», racconta, «mi sono opposto all’affissione abusiva, non alla contestazione…».

Il sindaco non si vede

Informato del brutto clima e a corto di cartucce, non sempre i sorrisi vittoriosi funzionano, Marino ha preferito rimanere a presidiare una riunione fiume della Giunta e il grattacapo della “cerimonia” per la riapertura della circolazione via Genzano è toccato all’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale, Maurizio Pucci. «La massicciata di questa strada semplicemente non c’era, è stata costruita male e abbiamo dovuto fare delle geoispezioni: questo è un intervento straordinario», ha detto tentando di giustificare ai residenti il clamoroso ritardo dei lavori.

 

 

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