L’Italia è il loro bengodi: ecco perché i Rom non vogliono andarsene

3 Giu 2015 13:29 - di Tano Canino

Diciamo la verità: i Rom non se ne possono andare dalle nostre città. Perché sarebbero stupidi a farlo. Perché l’Italia è il loro bengodi. Non c’entra nulla il buonismo né gli intensi primi piani del noto regista Walter Veltroni (che quando era prestato alla politica capitolina aveva pure un vice capo di gabinetto di nome  Luca Odevaine). C’entra il fatto che se non  li obblighi ad essere normali cittadini, ad integrarsi davvero con tanto di diritti e doveri, ma chi vuoi che gliela faccia fare di cambiare? Perché mai i Rom dovrebbero perdere i privilegi che gli abbiamo concesso? È vero, obbligare è un parolone: sopratutto quando si tratta di regole del vivere civile. Bisogna studiarle, capirle e digerirle le regole. Ecco dove casca l’asino: se, per senso di umanità, per bontà o per vocazione apriamo la nostra casa a un estraneo e mettamo a sua disposizione ciò che è nostro, perché mai dovremmo sopportare che il medesimo possa devastarti casa e rubarti i tuoi beni?

I Rom e i buonisti un tanto al chilo

Ecco quel che fingono di non capire e di non vedere, anzitutto a sinistra, i buonisti un tanto al kilo. Ecco perché lo spirito di accoglienza, in città come Roma e non solo, è ormai al limite. Ammassati in ghetti putrescenti e pure sfruttati da professionisti dello spolpamento di fondi pubblici, questi gruppi di nomadi hanno mutato la loro natura divenendo stanziali. Perché in questa Italia se sei Rom hai dei privilegi che altrove, ovunque nel mondo, sarebbero impossibili. Avete letto bene: privilegi. L’Italia è il loro bengodi. E siamo certi che molti connazionali, alle prese con questa drammatica crisi economica, un pensierino ce lo farebbero volentieri. Che se l’essere rom fosse un circolo o una associazione, ci si iscriverebbero in massa. Non paghi alcuna tassa; ti forniscono acqua e luce e anche un alloggio più o meno precario sotto forma di roulotte o baracca quando non ti mandano in albergo; viaggi gratis sui mezzi pubblici (treni, tram, bus) perché nessuno si azzarda a chiederti mai il biglietto; se vuoi mangiare a sbafo sei accolto alle mense dei poveri dove avrai sempre diritto a un pasto; i tuoi figli non sono obbligati ad andare a scuola, ma, al contrario, possono passare più proficuamente le giornate a chiedere elemosine o magari cercare di sottrarre qualcosa a residenti o turisti distratti. Divenuti adolescenti poi, quei figli, colgono bene quelle opportunità. Così, ad esempio, scoprono che per loro è possibile guidare senza patente (e senza la maggiore età) le auto che casualmente si trovano nel loro campo, portate chissà da chi o anche quelle che inavvertitamente i proprietari lascino aperte o sguarnite di protezione. Perché, con un po’ di accortezza e un po’ di fortuna, l’Italia è il bengodi, il paese migliore al mondo. Per i Rom.

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