Energia: per gli italiani elettricità più cara del 25% rispetto alla media Ue

24 Giu 2015 15:22 - di Guido Liberati

Nel 2014 i consumi italiani di gas sono tornati indietro di 17 anni, scendendo ai livelli del 1997. È uno dei dati che emerge dalla relazione annuale al Parlamento dell’Autorità per l’Energia. Sale, inoltre, al 28,3% nel 2014 il numero di consumatori italiani sul mercato libero ma i prezzi dell’elettricità sono ancora mediamente più alti rispetto al mercato tutelato. Nella relazione annuale sullo stato dei servizi dell’Autorità per l’energia che è stata illustrata oggi dal presidente Guido Bortoni (vedi il video della conferenza alla Sala della Regina della Camera dei Deputati) emergono altri dati che destano più di una perplessità. In totale i clienti domestici sul mercato libero sono il 28,3%, contro il 24% del 2013. Per i domestici il mercato libero presenta però prezzi medi più elevati rispetto alla “tutela”’, con un differenziale rilevante (+19% circa per quanto riguarda la sola componente “materia prima energia”); per i clienti non domestici in bassa tensione (negozi e piccole imprese) il mercato libero risulta invece più conveniente (-4,5%). Inoltre, sul fonte dell’elettricità, le industrie italiane pagano il 25% in più rispetto alla medie dell’unione europea. «I prezzi per i consumatori industriali – si legge nella relazione – sono superiori a quelli dell’area euro per tutte le classi di consumo, con differenziali intorno al 25% al lordo delle imposte».

LEGGI LA RELAZIONE COMPLETA DELL’AUTORITA’ DELL’ENERGIA

Il presidente Bortoni ha sottolineato nella sua relazione che l’Autorità è impegnata con l’Antitrust contro le pratiche commerciali scorrette, a tutela dei consumatori «Ha preso un ulteriore e significativo slancio – ha spiegato Bortoni – l’azione combinata da parte di questa Autorità e dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) in materia di tutela del consumatore, ai sensi del nuovo Codice del consumo nei settori da noi regolati; ciò in particolare nella lotta alle pratiche commerciali scorrette. L’impostazione seguita è basata su un Protocollo di intesa giunto già alla sua seconda versione ed è conformata, appunto, ad una azione complementare delle due Autorità».

 

 

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