È epidemia scabbia, altri 10 casi a Milano. Gasparri: «Italia ridotta a discarica»

13 Giu 2015 15:54 - di Priscilla Del Ninno

Emergenza scabbia: ormai siamo al rischio epidemia. Dieci nuovi casi d’infezione registrati solo nelle ultime ore, «tra cui una donna che allattava e il suo bambino», rilevati tra i migranti visitati al presidio sanitario nell’androne esterno della Stazione Centrale di Milano. La temuta conferma arriva direttamente dal direttore dell’Ufficio Igiene dell’Asl, Giorgio Ciconali, al vertice del servizio allestito da venerdì e in funzione a ritmo serrato: basti pensare che, oltre ai nuovi casi riscontrati nelle visite effettuate sabato mattina, già solo venerdì erano stati visitati 40 immigrati, con almeno trenta di loro inviati al centro Asl di viale Jenner per scabbia e altre malattie della pelle.

Scabbia, è allarme epidemia

Dunque, siamo nel vivo delle problematiche e dei danni collaterali di un’immigrazione selvaggia, incontrollata e ormai incontrollabile, con cui siamo drammaticamente alle prese. Il frutto “malato” di una politica dell’accoglienza coatta, portata avanti dall’esecutivo di Renzi. Un’invasione sistematica che mina la sicurezza. Che colpisce la salute. Che genera rabbia, preoccupazione, paura. E mentre le forze dell’ordine sono al lavoro con continue operazioni di sgombero e incessanti interventi di pubblica sicurezza – come quello operato nei giorni scorsi alla Stazione Tiburtina di Roma, fiore all’occhiello del rinnovamento architettonico di uno degli importanti snodi ferroviari della capitale, ridotta a centro di raccolta e di bivacco di rifugiati e profughi delle più disparate etnie – in queste ore è all’esterno della Stazione centrale di Milano che si sta concentrando il caos più scomposto e il disagio cittadino maggiore. Quello delle persone in viaggio – turisti e non – ; dei rifugiati e anche dei volontari pronti al soccorso. Dopo la chiusura dei due grandi mezzanini operata nella notte dalle forze dell’ordine, i profughi stazionano infatti all’esterno, appena fuori dall’ingresso, nella cosiddetta Galleria delle carrozze, in una situazione di evidente disordine e disorganizzazione, con tutto il corollario dei rischi legati al superaffollamento, causato dall’arrivo continuo di migranti e alle precarie condizioni igienico-sanitarie degenerate nel caos dei bivacchi.

Le reazioni politiche al caos di Milano

«Sì – conferma un ferroviere – qui c’è un problema sanitario che non può continuare». «Quando li abbiamo allontanati dai due grandi mezzanini dell’ingresso, abbiamo dovuto procedere a una completa disinfestazione per le condizioni igienico-sanitarie in cui si trovavano», ha raccontato invece, indignato, uno dei due commercianti che hanno le attività proprio alle spalle del luogo in cui i profughi venivano assistiti. L’emergenza immigrazione, insomma, nella stazione Centrale a Milano, rimane molto “calda”, e altrettanto accese sono le reazioni di molti esponenti politici alla situazione. Ecco allora, riassunti in un rapido elenco, i commenti di alcuni di loro.

1) Maurizio Gasparri. «Ci sarebbero almeno 50.000 immigrati in giro per l’Italia di cui non si sa più nulla. Liberi anche di delinquere. Milano e Roma sono ridotte a scarico di clandestini, senza decoro, degradate e mortificate. Serve l’esercito per spazzare via questa illegalità diffusa». Lo afferma il senatore di Forza Italia aggiungendo che «la Francia si permette di rifiutare nuovi ingressi, e anche Cameron ha adottato la politica dura verso gli immigrati. In Italia, invece, un governo di incapaci non fa nulla per liberarci da un’invasione non più tollerabile. Le condizioni igienico sanitarie in cui vivono questi immigrati sono indegn,e e i rischi di contagio reali. Il terzo mondo è diventata l’Italia. Alla solita sinistra buonista che sa andare solo in tv a sciorinare retorica e frasi fatte, e non sa trovare soluzioni, diciamo che serve un blocco navale. L’Onu deve intervenire in Libia. I campi vanno allestiti lì e le partenze bloccate…Una vergogna assoluta».

2) Salvini. «Temo che finirà male perché gli altri governi europei fanno gli interessi dei loro cittadini. Gli inglesi, gli spagnoli, i francesi, i tedeschi, gli austriaci e i polacchi difendono i confini e non vogliono essere invasi. Quindi l’Italia sarà lasciata da sola. A questo punto o il governo si sveglia – ha polemicamente sottolineato il leader leghista – o sarebbe meglio andare a elezioni ed eleggere ministri un po’ più capaci». Non solo: ai microfoni del GrRai, parlando della vicenda immigrazione Matteo Salvini ha aggiunto: «Se la ricetta magica del governo dopo mesi che la Lega lo chiede sono i rimpatri dei clandestini, l’aiuto ai paesi africani, l’affondamento dei barconi sequestrati agli scafisti, potevano svegliarsi prima che arrivassero decine di migliaia di disperati che portano anche le malattie più varie e sconosciute nelle nostre città».

3) Saltamartini. “In Francia blocco al confine, in Italia entra chiunque”. “In #Francia blocco al confine per difendere territorio. In #Italia entra chiunque e di 50mila #clandestini perse le tracce! Governo di incapaci”. Lo scrive su Twitter Barbara Saltamartini, deputata della Lega-Nord, Noi con Salvini.

4) Ravetto. «Mi chiedo se il ripristino di fatto delle frontiere operato in queste ore dalla Francia al confine con l’Italia, in prossimità della cittadina ligure di Ventimiglia, non possa considerarsi un’infrazione a Schengen», ha affermato in una nota la presidente del Comitato Schengen Laura Ravetto (Fi), che poi ha anche annunciato: «Nelle prossime ore contatterò l’ambasciatore francese in Italia per valutare la sua disponibilità ad essere audito dal Comitato Schengen per avere chiarimenti in merito».

5) Storace. «Di fronte a un Governo ondeggiante, senza una politica credibile, che alterna prove muscolari al pietismo buonista, di fronte a scabbia e malaria, stazioni bivacco, aggressioni, è difficile pensare che l’immigrazione non sia un problema» ha rilevato il  segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. «Quando con una politica orrendamente priva di dignità nazionale, di ampio respiro, fatta di slogan vecchi e consunti e di tanti calci nel culo da Bruxelles – ha quindi concluso Storace – puoi condannare, ma non puoi sorprenderti se la tua gente ha paura. Ha paura perché non si sente protetta, perché si vede scavalcata nei suoi diritti, perché percepisce di avere nei confronti dello Stato solo dei doveri mentre “gli altri“ vengono visti come percettori solo di diritti. La nostra dignità come Stato sovrano – ha chiosato Storace – la stiamo perdendo come chi, oramai senza più freni e pudori, defeca in strada, pubblicamente. Simbolo di questa disperazione collettiva».

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