Mostro di Firenze, una “larva” sui cadaveri retrodata gli ultimi delitti

20 Mag 2015 19:13 - di Redazione

Arretrare di almeno 24 ore la data dell’ultimo duplice delitto del “mostro” di Firenze avvenuto a Scopeti (Firenze) nel settembre 1985: lo indicano le ultime valutazioni scientifiche possibili con le conoscenze attuali e fatte su fotografie mai viste. I due turisti francesi, Jean-Michel Kravechvili e Nadine Mauriot, quindi, non sarebbero stati trucidati la sera della domenica 8 settembre ma una o due sere prima. L’ipotesi era già emersa, ma oggi, con maggiori elementi, emerge in un reportage del documentarista Paolo Cochi, nel quale due entomologi forensi e tre medici legali che, in modo convergente, parlano della necessità di retrodatare questo delitto, le cui vittime furono trovate casualmente da un cercatore di funghi nel pomeriggio di lunedì 9 settembre. Cinque esperti – gli entomologi Simonetta Lambiase dell’università di Pavia e Stefano Vanin dell’università di Huddersfield nel Regno Unito e i medici legali Giovanni Marello di Firenze, Carlo Pietro Campobasso del Molise e Giuseppe Osculati di Varese), più il capo della Squadra anti mostro dell’epoca, Sandro Federico, ne parlano nel documentario.

Il mostro di Firenze e la larva

Un lavoro a cui i media fiorentini, tra cui La Nazione con un primo articolo e le emittenti Rtv 38 e Italia 7, stanno dedicando da qualche giorno vari approfondimenti. Chiave-scientifica è la formazione sui cadaveri di una larva che si manifesta a un primo stadio dopo 18 ore dalla morte e che viene depositata dalla cosiddetta mosca “carnaria”, che peraltro non depone uova di notte. Era nota la presenza dell’insetto sul cadavere della donna ma la questione fu liquidata perché il corpo era rimasto all’interno della tenda dove fu uccisa, e non all’aperto, dove invece rimase, dentro un rovo, il cadavere del compagno. Tuttavia la novità di oggi è che gli scienziati hanno potuto visionare per la prima volta le foto del cadavere di Kravechvili, finora rimaste nel fascicolo processuale, e ne è emerso che la formazione delle larve è pressoché uguale in entrambe le vittime.

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