Milano fa la conta dei danni. E ora chi paga? I pm indagano per devastazione

2 Mag 2015 13:35 - di Giorgia Castelli

Semafori rotti, vetrine di banche sfondate, muri imbrattati, almeno una decina di auto date alle fiamme. Il giorno dopo il passaggio dei black bloc, Milano fa la conta dei danni provocati dagli antagonisti nel corteo No Expo. E sono ingenti, anche se ancora una stima complessiva non è stata ancora fatta. E ora chi paga? La Regione Lombardia ha annunciato che metterà a disposizione un milione e mezzo di euro. Fondi pubblici che verranno utilizzati per risarcire i cittadini dei danni subiti dalla devastazione dei black bloc.  «Non voglio che siano i cittadini a subire le conseguenze dei gesti di questi delinquenti – ha detto il presidente della Regione, Roberto Maroni al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza – e per questo abbiamo istituito un fondo d’accordo con il Comune che fornirà una valutazione dei danni». I danni sono notevoli. Da largo d’Ancona sono partiti i tafferugli che sono proseguiti per via Carducci, via Boccaccio, piazza Virgilio, quest’ultima distrutta dalla furia del “blocco nero”. Con grosse mazze di legno i contestatori hanno spaccato vetri delle vetture in sosta (e in alcune hanno lanciato petardi in modo da appiccare il fuoco), hanno distrutto parte dei semafori, spaccato i gradini e l’arredo urbano in pietra per procurarsi i sassi da lanciare contro le forze dell’ordine. L’asfalto, subito dopo, sembrava un campo di battaglia, col denso fumo dei lacrimogeni che copriva la visuale delle vie laterali. «Spero che i violenti – ha detto Maroni – finiscano in galera e non riescano ad ottenere alcun beneficio dalla giustizia».

Filmati e video al vaglio dei pm di Milano

Filmati di telecamere di sorveglianza, ma anche video e immagini riprese da emittenti televisive e altri media, sono al vaglio di inquirenti e investigatori per procedere all’identificazione dei black bloc. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Piero Basilone, è stata aperta con l’ipotesi di reato di devastazione, a cui si potrebbe affiancare anche l’accusa di incendio, mentre i cinque arresti in flagranza di giovedì vedono al centro le imputazioni di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. In 14 sono stati poi denunciati per porto di oggetti atti a offendere e detenzione di materiale esplodente. Dei 14, dieci hanno precedenti: sono di età compresa tra 31 e 57 anni. Si tratta di operai, studenti e disoccupati. Tra loro due donne. Al momento del fermo alcuni indossavano ancora gli abiti usati durate i tafferugli e con sé avevano bombe carta (artigianali e professionali), fumogeni, bengala e fionde. Nel frattempo, è stato scarcerato e va verso l’espulsione il tedesco di 27 anni arrestato martedì scorso nell’ambito delle perquisizioni della Digos come attività preventiva in vista dell’apertura dell’Expo. Per l’uomo, Daniel Frank, studente di giurisprudenza incensurato e difeso dall’avvocato Eugenio Losco, il gip di Milano Ilaria De Magistris ha convalidato l’arresto e ha emesso come misura cautelare il divieto di dimora a Milano, ma non il carcere. La questura, poi, ha firmato per lui un provvedimento di allontanamento e accompagnamento alla frontiera ed è attesa la convalida da parte dei giudici civili. È stato convalidato dal gip anche l’arresto di una italiana di 20 anni, accusata di resistenza e lesioni perché giovedì scorso, sempre nel corso di un’attività di polizia, avrebbe colpito al volto un agente. Per la ragazza, difesa dal legale Losco, non è stato disposto il carcere, ma nei suoi confronti il giudice ha emesso un provvedimento di obbligo di firma.

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