Sassi contro Salvini. A chi conviene il ritorno agli opposti estremismi?

18 Mag 2015 11:24 - di Redattore 54

Dice Matteo Salvini: i violenti dei centri sociali sono i mazzieri del governo. Dice Vittorio Feltri: la sinistra che tollera i lanciatori di uova antagonisti fa un favore a Salvini. C’è del vero in entrambe le affermazioni.

La parodia degli opposti estremismi

Cominciamo dalla prima. La parodia degli opposti estremismi che si va riproponendo nelle piazze d’Italia con Salvini aggredito da frange di estremisti in nome dell’antifascismo di sicuro comporta alcuni vantaggi e, tra questi, anche quello di rimarcare il volto “moderato” del governo Renzi, che tiene molto alle sue presunte credenziali di baluardo degli italiani ragionevoli, post-ideologici, riformisti e meritocratici. Se non è “restaurazione neocentrista” poco ci manca e sappiamo che il disegno necessita di ali estreme per spaventare/disgustare gli elettori perbenisti, quelli che “mai con CasaPound e mai con i black bloc”. Gratta gratta, non rimane che Renzi.

Lo scontro tra salvinismo e renzismo

E veniamo alla seconda affermazione, quella di Feltri. La visibilità di Salvini di certo non è costruita in modo “neutro”. I media che se lo contendono hanno anch’essi un disegno ben preciso: presentarlo come antagonista principale dell’altro Matteo, quello che sta al governo. Un Matteo che gestisce la rabbia, e un Matteo che gestisce il potere. Meglio di così… Ma Salvini come ne esce da questi scontri con i centri sociali? Benissimo. Soprattutto perché nella riproposizione di un dualismo fascismo-antifascismo (per quanto infondato, antistorico e puerile) riesce a catalizzare i consensi di una destra ormai priva di punti di riferimento. Possibile che tutto ciò sia “spontaneo”? Possibile che i centri sociali si siano improvvisamente ricordati che esiste un pericolo fascista incarnato da Salvini? E come mai non contestavano Berlusconi, nel ’94, una piazza dopo l’altra? Come mai il trattamento riservato al leader leghista non viene “esteso” a una giovane leader come Giorgia Meloni? A chi conviene che Salvini sia il bau bau nero contro il quale digrignare i denti? Sono domande legittime, oltre la propaganda. E le risposte non sono rassicuranti. Al posto del contrasto tra berlusconismo e antiberlusconismo, sta diventando centrale lo scontro tra salvinismo e renzismo. Una trappola, come tutte le semplificazioni forzate.

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