Fedez, dalla difesa dei “bravi ragazzi” incappucciati al pentimento…

2 Mag 2015 14:23 - di Redazione

«Quello che sta succedendo a Milano trascende qualsiasi giustificazione. Ieri era protesta legittima oggi è scempio. MAI esaltato la violenza!». È l’ultimo tweed di Fedez  a commentai delle devastazioni dei black bloc al corteo no Expo del primo maggio. Il rapper milanese, dopo la canzone scritta per il Movimento 5 stelle, rimane al centro dei pensieri d molti dei politici italiani per i suoi post polemici.

Il pentimento di Fedez

Questa volta nel mirino è il pentimento tardivo di Fedez. Alla vigilia dell’inaugurazione di Expo 2105, infatti, il rapper era sceso in campo a favore dei bravi ragazzi dei centri sociali che minacciavano quello che poi è puntualmente accaduto. «I danni dei #NoExpo sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e le speculazioni economiche di Expo. Indignati a giorni alterni!». Ventiquattr’ore dopo la marcia indietro: «È palese che la manifestazione di ieri (venerdì 1 maggio) e le violenze che stanno avvenendo in queste ore non sono minimamente paragonabili e accomunabili».

Le polemiche sulla rete

Polemiche a gogo. Il primo outing aveva già scatenato le reazioni della rete, a partire da quella del leader della Lega Matteo Salvini. «Fedez – scriveva Salvini – difende quelli che oggi hanno danneggiato e imbrattato strade, vetrine, palazzi e negozi? Paga i danni di tasca tua, fenomeno!». E Fedez aveva replicato: «Falso, difendo le motivazioni non giustifico l’azione in sé. Ma Quanto vi piace strumentalizzare? Vi faccio così paura?». Non pago, Fedez aveva anche postato una lista degli edifici imbrattati fornita da un #NoExpo, che non appartengono a privati cittadini e che sono «atti di protesta e non di vandalismo». «Ognuno ha diritto a manifestare, ma quando lo si fa scendendo in piazza con volto coperto e armati di tutto, con l’unica finalità di mettere a ferro e fuoco le città, occorre esprimere una condanna forte e possibilmente unanime», ha detto la neoleghista Barbara Saltamartini, «questi idioti, che altro non sono che dei veri e propri criminali, a Milano stanno cercando di sabotare l’inaugurazione dell’Expo 2015 e solo grazie alle Forze dell’ordine, impegnate  a contenere questi pazzi. Antagonisti, centri sociali, no global incappucciati che devastano Milano, ecco chi sono quelli che Fedez difendeva su Twitter. Anche dal Pd sono arrivate voci di sdegno. «Sono dei miserabili. Adesso Fedez dovrebbe chiedere scusa e imparare a pensare prima di parlare», lo scrive su Twitter il deputato del Pd Ernesto Carbone, che pubblica una foto di auto date alle fiamme dai manifestanti anti Expo.

 Gasparri vs il rapper

Il rapper milanese è da mesi al centro dei pensieri di parte dei politici italiani. Uno dei primi scontri è quello con  Maurizio Gasparri che aveva commentato il messaggio di un utente che aveva postato l’immagine del rapper con il cartello: «#Stopinvasione della Lega NORD! Io accolgo migranti in casa. Gratis!». Il vicepresidente del Senato aveva attaccato: «Cioè questo coso dipinto ha avuto qualcosa da ridire?». E poi: «Indubbiamente quel #cosodipinto ispira pena, si fa orrore e si nasconde a se stesso. Uno che tratta così il suo corpo chissà come ha trattato il cervello, credo sia già una gioia non essere ridotti come lui». Poche ore dopo era arrivata la replica di Fedez: «Caro Gasparri, io sono sporco all’esterno ma giudicare le apparenze è l’atteggiamento tipico di chi è sporco dentro». Il messaggio era accompagnato da una faccina che strizza l’occhio e manda un bacino a una foto  del senatore.

Commenti