De Magistris: “Mi hanno pignorato un quinto dello stipendio. Non è giusto”

27 Mag 2015 17:37 - di Redattore 92

Sono arrivati «al pignoramento di un quinto del mio stipendio da sindaco di Napoli». Lo ha detto Luigi de Magistris commentando la sua vicenda giudiziaria alla luce delle indiscrezioni sulla decisione che sarà emessa dalla Cassazione. Il pignoramento è relativo alla condanna in primo grado per l’inchiesta “Why not” e al risarcimento riconosciuto alla parte lesa. Il provvedimento con cui si è attivato il pignoramento di un quinto dello stipendio da sindaco di Napoli a Luigi de Magistris è stato emesso dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi e avrà i suoi primi effetti sullo stipendio di maggio. A riferirlo è lo stesso de Magistris. L’esponente arancione ha sottolineato che quando si dimise da magistrato lo fece una settimana prima di maturare il minimo della pensione. «Si tratta – ha affermato de Magistris – di una provvisionale esecutiva assolutamente immotivata perché chi la richiede non sono soggetti indigenti, ma parlamentari e, inoltre, non c’è alcuna esigenza economica da parte dei richiedenti. È un caso senza precedenti e non si è tenuto conto che io vivo solo dell’indennità da sindaco, mia moglie non lavora e non ho altri introiti, benefici o rendite né finanziarie né immobiliari».

De Magistris: «Io e mia moglie viviamo con il mio stipendio da sindaco»

De Magistris, che non ha ancora compiuto 48 anni, ha sottolineato che quando si dimise da magistrato nel 2013, lo fece una settimana prima di maturare il minimo della pensione. «Si parla – ha aggiunto l’ex magistrato, a sua volta figlio e nipote di magistrati – sempre di casta, di ricchi, di privilegiati che per la gran parte delle volte è opinione assolutamente fondata, ma c’è anche chi ha deciso di spendere la vita in prima linea in politica, che ha combattuto la casta e che è esattamente l’antitesi di tutto questo». Quella per lo stipendio non è la prima polemica che tocca l’ex pm entrato in politica con il partito di Antonio Di Pietro (anche lui ex pm). Quando dovette lasciare il parlamento europeo, de Magistris impiegò più tempo del previsto. In quel caso alcuni suoi colleghi a Strasburgo fecero illazioni sul ritardo, mettendolo in relazione con lo stipendio da europarlamentare.

 

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