Cento giorni di insulti tra Fitto e Berlusconi: ecco l’elenco completo

16 Mag 2015 17:30 - di Redattore 92

Tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto ormai è una guerra di insulti. Basta ripescare le dichiarazioni degli ultimi cento giorni per capire che l’escalation non prevede una tregua e meno che mai una riappacificazione.

11 febbraio

Silvio Berlusconi: «Una settimana, due al massimo e poi Fitto e i suoi devono decidere o dentro fuori. Se Raffaele se ne va e fa un suo partito arriva al massimo all’1,3%».

Pochi minuti dopo, attraverso le agenzie la risposta di Raffale Fitto non si fa attendere: «Che fai, mi cacci perché avevo ragione sulle riforme e, purtroppo, su tutto il resto?»

21 febbraio

«I 15 giorni sono quasi finiti e la lettera di licenziamento non è arrivata», ironizza l’ex governatore pugliese nei confronti di Berlusconi che gli aveva dato l’ultimatum.

11 aprile

Fitto torna all’attacco: «Siamo in un partito senza regole, senza una seria e credibile linea politica…Berlusconi va verso un “cupio dissolvi”. C’è un cupo bunker di autonominati che circonda il Cavaliere. Ci sono nove milioni di elettori in fuga, qualcuno vorrebbe pure più bagaglio per tutti?».

Dalla villa in Sardegna, dove sta trascorrendo le vacanze pasquali, arriva la replica del Cav che viene descritto come «amareggiato e schifato da quando sta facendo Raffaele». Le polemiche? «Fitto si è messo fuori dal partito e chiede democrazia perché non comanda. La cosa che gli interessa di più è fare le liste».

9 maggio

Fitto dopo le candidature delle regionali in Puglia torna ad attaccare il leader di Forza Italia. «La responsabilità della divisione del centrodestra in Puglia ha un nome e cognome, Silvio Berlusconi».

10 maggio

Berlusconi durante un vertice con i suoi a Roma: «Fitto non fa che remare contro, gufando»

11 maggio

Fitto durante un comizio a Bari: «Berlusconi ce l’ha con me perché dico quello che penso, perché ho sosteuto in questo ultimo anno che Forza Italia sbagliava tutto e ho avuto ragione»

14 maggio

Ancora Fitto durante un altro comizio a Noci, in provincia di Bari: «Berlusconi rappresenta oggi una politica vecchia e superata, noi guardiamo al futuro sul modello delle politiche liberali che hanno portato alla vittoria Cameron»

La replica del Cav arriva pochi minuti dopo a pochi chilometri di distanza, durante un comizio a Bari: «Chi è Fitto?»

Immediata la controreplica di Fitto: «Vorrà dire, se non ha buona memoria, che domani glielo ricorderò».

15 maggio

Ad aprire le danze è Fitto sul suo blog che posta un video dove Silvio dice a Raffaele: «Sei stato un amico dei momenti difficili». Lapidario il commento dell’europarlamentare pugliese: «Per noi la coerenza è un valore, per te no».

Berlusconi durante un comizio a Lecce: «C’è chi ha fatto un’operazione di disturbo, una piccola operazoone senza alcun senso politico e senza speranza. Qualcuno voleva andare oltre (ironizzando sullo slogan dei Ricostruttori ndr), ma per me è andato fuori».

Fitto: «Se io sono fuori, Berlusconi è fuori dalla realtà. Silvio sei dentro un triste buner nel quale ti sei voluto rinchiudere»

La lunga resa dei conti non finisce qui. Berlusconi taglia corto: «Non funziona chiamarsi lealisti o ricostruttori, in Italia chi vota contro i candidati del suo partito è chiamato traditore».

16 maggio

Raffaele Fitto «è un episodio assolutamente e soltanto regionale, è un episodio pugliese». Così Silvio Berlusconi parlando dell’europarlamentare pugliese dissidente in una intervista al TgNorba24. Per Berlusconi, Fitto avrebbe voluto «assumere nel partito un ruolo che nessuno gli riconosce». «Quando abbiamo avuto da votare cose di Fitto nel comitato di presidenza – ha detto – su 74 presenti solo due, lui e un altro membro hanno votato per la sua tesi, tutti gli altri hanno votato contro».

Il ping pong riprende con una replica di Fitto in un’intervista al Gr1: «La presenza di Berlusconi in Puglia mi sembra sia stata imbarazzante. Due giorni rinviando numerosi appuntamenti per mancanza di gente, e tenendone uno con una sala ristretta e con molte sedie vuote. Un leader politico dovrebbe sapere quando fare un passo indietro. Berlusconi preferisce invece distruggere tutto e perfino autorottamarsi».

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