Cantante turca in fin di vita: le sparano in testa perché partecipa a un talent

19 Mag 2015 14:48 - di Martino Della Costa

Una giovane cantante turca, Mutlu Kaya, è in fin di vita: qualcuno le ha sparato alla testa, e non per faide politiche o questioni spionistiche. No, l’aspirante cantante non ancora ventenne lotta tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva di un ospedale turco: tragico epilogo di un atto punitivo – a detta degli inquirenti alle prese con il caso – in risposta alla sua decisione di partecipare a un talent show musicale in tv nonostante l’obiezione di parte della famiglia. Un sogno infranto, quello della cantante turca in erba, e che il 30 marzo scorso aveva ricevuto la visita della nota cantante turca Sibel Can, che le aveva chiesto personalmente di prendere parte al concorso dopo averla ascoltata nei provini.

Cantante turca in fin di vita

Basterebbe il tragico esempio reso suo malgrado dalla cantante turca Mutlu Kaya a dire tutto sulla concezione tribale del ruolo della donna ancora vigente in certe aree del mondo. Ma purtroppo – è una certezza – neppure il sacrificio di questa ragazza ricoverata in condizioni critiche, e di cui potrebbe essere annunciata a ore la prematura fine, servirà a scalfire tabù che sembrano inestirpabili dal terreno sociale. E poco importa che le indagini siano ben avviate sulla strada dell’individuazione del responsabile del gesto, tanto che un uomo è stato fermato dalla polizia turca nella provincia sudorientale di Diyarbakir con l’accusa di aver sparato in testa alla giovane Mutlu Kaya. Restano, indelebili, l’efferatezza dell’atto compiuto con lucida freddezza e l’ingiustificabile motivazione che l’ha originato.

Minacciata prima dell’agguato

Un attentato alla vita e alla libertà di una giovane donna inaccettabile, anticipato dalle intimidazioni di qualche giorno prima dell’agguato mortale quando, dopo una apparizione di Mutlu Kaya sul palco con indosso un vestito che le lasciava scoperte le braccia, la ragazza era stata minacciata di morte, a quanto pare da parte del clan legato alla famiglia paterna. «Quando hanno sentito che avrei partecipato mi hanno detto che mi avrebbero uccisa. Ho paura», aveva detto la giovane ai responsabili del talent show. Ma non c’è stato niente da fare: né per lei, aggredita domenica notte mentre si trovava in casa e colpita alla testa, né  – stando ai dati delle ong – per le 294 donne vittime di femminicidio che hanno insaguinato il 2014 della Turchia, come per le 91 uccise dall’inizio dell’anno in corso ad oggi.

 

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