Anniversario Falcone: tutti presenti i “professionisti del ricordo”

23 Mag 2015 14:15 - di Mario Aldo Stilton

Tutti. Ci sono tutti. Non manca nessuno. Fisicamente presenti o rappresentati da una dichiarazione, una nota, un sms, un tweet. Tutti a Palermo. Tutti a ricordare Giovanni Falcone. E la moglie Francesca Morvillo. E i tre ragazzi della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Tutti mesti e compunti. Tutti immersi nella commozione. Tutti agghindati di buone intenzioni e votati ai sacri principi. Com’è normale che sia. Soprattutto da noi. E come è sempre stato. Anno dopo anno, cerimonia dopo cerimonia, discorso dopo discorso, corteo dopo corteo. Perché nessuno dimentichi. Perché, soprattutto, i giovani sappiano. E capiscano. Anche se è difficile capire. Soprattutto quando la somma delle spiegazioni, delle teorie e delle ipotesi, delle inchieste e delle collusioni, delle connivenze e delle omissioni diviene una babele di argomenti che rende praticamente impossibile trovare verità e responsabilità. Ciononostante tutti ricorderanno. A partire – manco a dirlo – da Matteuccio nostro, il premier più tecnologico che mai abbiamo avuto. Che la sua determinazione al ricordo l’ha twittata nell’etere con l’hashtag #ionondimentico. Che verrebbe pure voglia di chiedergli dov’era lui, il Matteuccio nostro, nel fiorire delle sue diciassette primavere mentre a Capaci, quel 23 maggio del 1992, saltava in aria un intero tratto di autostrada al passaggio di Giovanni Falcone. Lui così aduso a destreggiarsi tra le possibili soluzioni dei quiz di Mike era, siamo certi, addirittura imbibito di passione civile e spirito di servizio. Né più e né meno di quei suoi coetanei che invece di rintontirsi di quiz, magari si organizzavano e scioperavano nelle scuole. E indicevano manifestazioni e iniziative e pulman e manifesti scritti a mano e cortei, nell’indifferenza dei molti che scrollavano le spalle e si rintanavano in casa davanti alla tv. Anche quelli non hanno dimenticato. Non hanno dimenticato l’assassinio di Giovanni Falcone né quello, 57 giorni dopo, di Paolo Borsellino . Suvvia Renzi, sia buonino: il difficile non è ricordare questi Eroi. Difficile è scrollarsi di dosso la prosopopea dei professionisti del ricordo. I tanti sacerdoti e le tante vestali dell’anniversario. Tutti mobilitati. Ma di cui nessuno ricorderà alcunché.

 

 

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