Il 5 maggio riscritto: ella fu siccome immobile, date le mortal riforme

5 Mag 2015 15:12 - di Redazione

Sos scuola. Non solo piazza del Popolo invasa da studenti e precari ma anche una rilettura critica del Cinque maggio, l’ode scritta da Alessandro Manzoni per commemorare la morte di Napoleone. Rivisitati e corretti i famosissimi versi si trasformano in un de profundis della scuola pubblica italiana alla luce della riforma del governo Renzi.

“Cinque Maggio”: de profundis della scuola

L’ode Cinque Maggio è stata portata in piazza del Popolo, a Roma, da tre insegnanti  che l’hanno esibita su tre grandi cartelloni. “Ella fu siccome immobile / date le mortal riforme / stette la scuola immemore / orba di tante norme”, recita l’incipit del Cinque Maggio nella versione anti-governativa anticipata dal manifesto di Fratelli d’Italia che ha aderito alla manifestazione di protesta. Il manifesto ritrae Renzi in posa napoleonica con la scritta “Ei fu. E La scuola non c’è più”e lo sloga “No a una scuola di nominati e precari”.

La versione antigovernativa

La fantasia dei docenti, dunque, si è sbizzarrita tra metrica e contenuti nella  riscrittura del Cinque Maggio manzoniano.  “Così percossi attoniti / i docenti al nunzio stanno / riottosi pensando all’ultimo / decreto dall’uom imposto. / Già presagiscono quando una simile / privazione di libertà / la sua comunità educante / a calpestar verrà. / Ella folgorante e forte / progredì da quando nacque / quando dopo oppressione assidua / cadde, risorse e giacque. / Di mille riforme al sonito / ‘de peggio nun ce sta’ / vergin di servo encomio / e di codardo oltraggio / risorgi con forza subito / resisti, fatti coraggio! / Alziamo in corteo un coro / e forze non morrá. /Dall’Alpi agli Appennini / dal Garigliano al Reno / a quella sicura educazione / partecipava il bambin sereno. / I suoi diritti dobbiamo oggi preservar / uniti dall’uno all’altro mar. / Fu vera gloria! I posteri / confermeran l’ardua sentenza / noi chiniam la fronte all’istruzione / libera che vede noi partecipi / a tener alto lo spirito / sempre pronti a educar!”.

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