24 maggio, a Gorizia gli antifascisti contro il Tricolore e CasaPound

23 Mag 2015 11:46 - di Redattore 89
24 maggio tricolore

Non è solo una questione di fascisti e antifascisti, ma di italiani e anti-italiani: a Gorizia CasaPound Italia organizza il corteo “Italia. Risorgi, combatti e vinci” per ricordare l’epopea della Grande Guerra e gli antagonisti organizzano una contromanifestazione di disturbo, senza che nessuna delle forze della sinistra istituzionale prenda le distanze. Non stupisce: in altre città di quell’estremo Nord Est che fu scenario del sacrificio dei soldati italiani, il Pd ha scelto di esporre il tricolore a mezz’asta, come se il 24 maggio si celebrasse un lutto e non uno dei momenti fondativi della nazione.

Per gli antagonisti il 24 maggio è «un’infamia»

Sono circa 4mila da tutta Italia i militanti di CasaPound che si sono dati appuntamento a Gorizia nel nome del tricolore. Più o meno la metà, sono invece gli antagonisti che dovrebbero rispondere alla chiamata dell’Osservatorio antifascista regionale del Friuli Venezia Giulia. I due cortei partiranno da zone diverse della città e in orari diversi (alle 15 quello degli antagonisti, alle 16.30 quello di CasaPound), ma le misure di sicurezza in città sono state rafforzate, chiamando a raccolta reparti anche dal vicino Veneto. È probabile che, nella mente di chi deve gestire l’ordine pubblico, più che i percorsi garantiti, pesino le scene da guerriglia urbana che si sono viste a Milano in occasione dell’inaugurazione dell’Expo o in altre città in occasione di una qualsiasi manifestazione anti-fascista. «Ci è impossibile accettare che il 23 maggio, a Gorizia si celebri l’infamia dei massacri, tanto più da parte di un’esplicita organizzazione neofascista come CasaPound», si legge nel comunicato di convocazione degli antagonisti, un lungo proclama in cui, in sintesi, si sostiene che ricordare la Grande Guerra è ricordare «un’infamia».

E per il Pd è un lutto

Deliri da antagonisti? Mica tanto: anche il Pd che governa nel vicino Trentino Alto Adige ha dimostrato di pensarla grosso modo così. O, almeno, di non considerare la data del 24 maggio come una ricorrenza da celebrare. Il sindaco uscente di Bolzano Luigi Spagnolli (Pd), il presidente della Provincia autonoma Arno Kompatscher (Svp) e il presidente della provincia di Trento Ugo Rossi (Partito autonomista), tutti alla guida di coalizioni di centrosinistra, hanno dichiarato che esporranno il tricolore a mezz’asta, come quando si ricorda un lutto. «Chiedano scusa al popolo italiano e abbiano la decenza di dimettersi, perché sono indegni di rappresentare le istituzioni e i cittadini italiani», ha commentato Giorgia Meloni, che il 24 maggio sarà sul Piave alla manifestazione promossa dalla Fondazione An “Il Piave mormora ancora”, mentre per rispondere a quello «sfregio alle imprese compiute dai nostri soldati, che sacrificarono tutto per il tricolore» CasaPound ha issato bandiere italiane su ogni entrata del parco nazionale Doss di Trento e sul mausoleo di Cesare Battisti.

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