Una voce libera. La Messa in ricordo di Buontempo a due anni dalla morte

24 Apr 2015 15:33 - di Romana Fabiani

Nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo (dove si sposò con Marina nel luglio 1982) una Messa in ricordo di Teodoro Buontempo a due anni dalla morte. Teo: per tutti una voce libera, fuori dal coro. Buontempo (che ci ha lasciato il 24 aprile 2013 all’età di 67 anni) ha rappresentato l’anima più genuina della destra italiana, la volontà caparbia nella difesadegli ultimi, la politica come passione e servizio. Con Buontempo, sanguigno consigliere comunale di Roma, istrionico fondatore di Radio Alternativa, coraggioso parlamentare dalla schiena dritta contro i poteri forti, viene ribaltata la stanca vulgata di una destra classista e corporativa.

Teo, una voce libera

Una voce libera, come recita la mostra fotografica realizzata a maggio dalla famiglia (la moglie Marina e i figli Maria, Gianni e Michele) per ripercorrere i tasselli di un’avventura unica, umana e politica. L’epopea di un piccolo grande uomo con il pallino di dare voce a chi non ne ha, capace di sporcarsi le mani nelle periferie romane, di parlare per 28 ore ora di fila nell’aula Giulio Cesare («per la voce mangio acciughe», raccontava ai cronisti increduli), di sfidare insieme a Tony Augello le lobby del mattone con la battaglia per la difesa di Tor Marancia nel Parco archeologico dell’Appia Antica.

Passione e goliardia

Nato a Carunchio (in provincia di Chieti), Buontempo ha cominciato l’attività politica da giovanissimo. A Ortona a mare ha mosso i primi passi dirigendo le organizzazioni giovanili dell’Msi per poi trasferirsi a Roma a 22 anni. Dirigente della Giovane Italia, nel 1970 è stato il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma. E ancora deputato per cinque legislature, consigliere comunale di Roma per sedici anni e assessore regionale alla Casa con la Giunta Polverini. Passione, fatica, goliardia e quella voglia disperata di farsi ascoltare e ascoltare, di bucare il ghetto: era il 1976 quando Teo “occupa” a Roma la sede di via Sommacampagna del Fronte della Gioventù per inventarsi Radio Alternativa, quella straordinaria e inimitabile fucina di idee e sperimentazioni per mettere la parola fine agli anni di piombo e rompere la riserva indiana del fascista topo di fogna.

Un pioniere raffinato

Non solo megafono, colla e pennellessa. Appassionato di vintage, Buontempo nel tempo libero amava collezionare oggetti con una “storia da raccontare” e a cui “ridare vita”, come la bambolina in ceramica con il carillon e la lampada a forma di corpo femminile e il paralume di vetro colorato. Come la proverbiale lettera scritta nel ’73 sulla carta igienica di Rebibbia all’allora fidanzata Marina. La mostra di immagini di vita privata realizzata dalla famiglia ci consegnano un Teodoro inedito: non solo il politico di razza, trasversalmente riconosciuto anche dagli avversari, un uomo forte e gentile, raffinato e testardo, capace di trasferire l’etica della semplicità e della responsabilità nella vita di tutti i giorni, in famiglia e in Parlamento, nelle istituzioni e tra la gente. Un sognatore e un fine politico, che ha insegnato ai suoi figli a volare alto. «La politica per valere deve lasciare un segno tangibile da consegnare alla storia», diceva raccontando i suoi sedici anni in Campidoglio. E con Teo i segni non mancano.

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