Il vescovo di Locri: porte spalancate ai migranti. Ma tace sui cristiani uccisi

18 Apr 2015 16:32 - di Ezio Miles

Il vescovo di Locri come la Boldrini. Guai a chi reclama rigore sul fronte dell’immigrazione: è anatema contro gli “xenofobi”. “La nostra terra, povera, ma abitata da gente semplice e di grande dignità, –   afferma  monsignor Francesco Oliva nella lettera alla diocesi – , si ribella di fronte ad ogni forma di xenofobia, di sospetto e pregiudizio verso lo straniero”. Chissà che ne penseranno i fedeli della sua diocesi. Le “pecorelle” del suo “gregge” saranno preoccupate, come tutti gli italiani, dall’emergenza sbarchi: undicimila in una settimana.  E si tratta di un’emergenza che siamo costretti ad affronatere da soli, visto che l’Europa se ne lava (ignobilmente) le mani. Saranno preoccupate, le “pecorelle” del vescovo di Locri, anche dalla paurosa latitanza del presidente del Consiglio, che è buono solo ad alzare la voce con i compagni del suo partito e con gli alleati del suo governo,  ma che poi, in sede europea, rimane in silenzio, gratificato dai complimenti della maestra Merkel per i compiti svolti diligentemente a casa (sulla nostra pelle). E dire che è la stessa Bruxelles ad avvertirci che la situazione “grave e che peggiorerà nelle prossime settimane”, come ha affermato nei giorni scorsi il commissario europeo all’immigrazione. Salvo poi aggiungere che dobbiamo arrangiarci.

Elogio del multiculturalismo

In mezzo a tutto questo marasma il vescovo che fa? Elogia le virtù del multiculturalismo.  “Non crediamo – afferma – che i migranti possano portare sconvolgimenti nella sicurezza sociale: che ci facciano perdere identità e cultura, che possano alimentare concorrenza sul mercato del lavoro o, addirittura, introdurre nuova criminalità”.  “Non c’è – prosegue – in noi alcuna paura dello straniero. Grande invece è il desiderio di incontro e la voglia di abbattere ogni barriera e pregiudizio: gli immigrati, per noi non sono un pericolo, ma figli dello stesso Padre. Come noi. La loro presenza accresce il desiderio di conoscenza ed apertura”. Lo vada a raccontare alla gente che che vive nei tanti ghetti urbani (in crescita) dominati dall’insicurezza e afflitti dalla microcriminalità.

Un singolare silenzio del vescovo

Il vescovo di Locri dimostra poi di non avere perfetta conoscenza dell’attuale politica europea. “Noi sappiamo che i migranti che approdano sulle nostre coste non lo fanno per restare. Sono solo di passaggio”. E sì, peccato solo che il Trattato di Dublino obbliga il Paese ospitante (l’Italia è l’esclusiva detinazione degli sbarchi dalla Libia) a concedere asilo, mentre gli altri Paesi delal Ue possono, se vogliono (come vogliono), rifiutarsi di accogliere anche la minima parte dei rifugiati che arrivano da noi. Tra tante edificanti parole, il vescovo non ha sentito il bisogno di spendere neanche una frasetta per condannare l’eccidio dei cristiani sul barcone, gettati a mare dai migranti musulmani. Non vi pare un fatto singolare?

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