La scelta di Raimondo Vianello: dalla Rsi a padre fondatore della Rai

15 Apr 2015 17:49 - di Antonio Pannullo

Cinque anni senza Raimondo Vianello, scomparso il 15 aprile del 2010, e senza Sandra Mondaini, morta appena cinque mesi dopo il marito. Si tratta della coppia più longeva nel mondo dello spettacolo, oltre mezzo secolo insieme, sul palco come nella vita. Vianello fu attore, comico, sceneggiatore, conduttore televisivo, ma fu anche un artista protagonista nella storia della tv, ci cui fu uno dei padri fondatori insieme con Mike Bongiorno e Corrado, e anche nella storia italiana, come vedremo. Classe 1922, Vianello iniziò a lavorare negli anni Quaranta nel teatro di rivista, ma conobbe il successo nel decennio successivo partecipando a Cantachiaro di Garinei e Giovannini. Da allora fu una sicura scalata verso il successo nello spettacolo, successo meritatissimo: Vianello era soprattutto un signore: nato da una famiglia di ascendenze nobiliari, figlio di un ammiraglio, era alto, allampanato e biondo, dotato di uno humor raffinato, più inglese che italiano. Celebri i suoi sodalizi artistici con Ugo Tognazzi, Totò e poi con la moglie Sandra Mondaini. Innumerevoli i riconoscimenti al suo talento, tra cui la Medaglia d’Oro del comune di Milano, parecchi Telegatti, il Premio Isimbardi, i premi alla Carriera della Siae e del Roma Fiction Fest,e moltissimi altri. Il campo di calcio di Milano Due è a lui dedicato, oltre a diverse vie nel suo paese natale Pellestrina e altrove. Il presidente della Repubblica lo nominò Grand’Ufficiale della Repubblica al Merito, nel 1996. Interpretò all’incirca 80 film, come John Wayne, e fu conduttore di decine di varietà televisivi, sempre seguitissimi. La sua popolarità e la sua grande comunicativa gli consentirono di essere apprezzato anche in alcune pubblicità televisive che rimangono storiche: i meno giovani ricorderanno lui e Gianni Agus testimonio del detersivo Olà negli anni Sessanta, poi con la moglie Sandra pubblicizzò il caffè Paulista e molti altri prodotti.

Cinque anni fa la scomparsa di Vianello: sottufficiale nei bersaglieri della Rsi

E dire che Raimondo Vianello era partito con un serio handicap, almeno in questa Italia faziosa: aveva aderito volontario alla Repubblica Sociale Italiana, come sottufficiale dei bersaglieri, e per questo fu rinchiuso nel campo alleato di Coltano, vicino Pisa, come Pow (Prisoner of war). Insieme con lui c’erano Enrico Maria Salerno, Enrico Ameri e il futuro ministro della Repubblica italiana Mirko Tremaglia. Anche Ugo Tognazzi, con cui lavorò per anni, era nella Rsi, nelle Brigate Nere di Cremona. Tantissimi personaggi famosi e popolari del mondo dello spettacolo provengono da quell’esperienza: per citare solo i più famosi ricorderemo Walter Chiari (nella Xma Flottiglia Mas), Giorgio Albertazzi, Ernesto Calindri, Lia Zoppelli, Gino Bartali, Dino Buzzati, Rossano Brazzi, Carlo Dapporto, Marco Ferreri, Gilberto Govi, Pietro Mascagni, Paolo Ferrari, Marcello Mastroianni, Valentina Cortese, Ugo Pratt, Mario Castellacci, Luciano Salce, Giorni Kramer, Lina Volonghi, Gino Boccasile, Pietro Caporilli, Amedeo Nazzari, Giovanni Comisso, Salvator Gotta, Ugo Ojetti, Vasco Pratolini, Renato Rasscel, Tito Schipa, Nino Taranto, Tino Buazzelli e tantissimi altri, tutti negli ottocentomila volontari della Repubblica di Mussolini. Vianello non rinnegò mai la sua scelta giovanile, nel 1998 disse in un’intervista a Marcello Veneziani che «i giovani che sono andati a Salò dovrebbero essere più rispettati se non altro per i loro ideali ispiratori. Chi è andato su sapeva di finire male. Non va abiurato». Come disse Mirko Tremaglia, «quelli della Repubblica che hanno avio successo nello spettacolo, hanno contribuito alla pacificazione, ci hanno riavvicinato alla gente».

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