I quotidiani del 7 aprile visti da destra. I dieci articoli da non perdere

7 Apr 2015 9:47 - di Redazione

Sui giornali di oggi tante polemiche per l’Expo di Milano, con la figuraccia internazionale del governo e dell’amministrazione Pisapia, ma anche  molti articoli sul Def e le critiche dei sindaci per i possibili tagli, le liti intestine di Forza Italia e il ricordo della strage dell’Aquila di quel 6 aprile 2009.

Expo, la sinistra si arrende: i lavori non saranno finiti (Il Giornale, p.3)

Ormai anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, si consola “con l’aglietto”, come direbbero a Roma: i lavori di Expo non saranno completati per l’inizio della manifestazione, previsto per il primo maggio, anzi, alcuni di essi sono stati addirittira interrotti perché si è capito che non sarebbero mai stati portati a termine. «Le opere saranno fruibili anche se non del tutto completate», spiega Pisapia. Una figuraccia internazionale targata Renzi e Pd. «Partendo con tre anni di ritardo la mia amministrazione ha fatto miracoli», dice ancora Pisapia, che litiga con Renzi sulle responsabilità . Ma il vero “miracolo”, all’incontrario, sono stati i costi, lievitati da 60 a 92 milioni.

Ultimi ritocchi al Def, il varo slitta a venerdì, i Comuni in trincea (Il Sole 24Ore, p.2)

L’Anci è già sul piede di gierra, il Consiglio dei ministri è slittato ma intanto, sul Documento Economico e Finanziario del governo, è già bufera politica, con i sindaci che, prima ancora di aver visto i conti, già parlano di tagli e si scagliano contro l’esecutivo. Secondo il Sole, oggi il Cdm si limiterà a una valutazione dell’impianto del Def ma il via libera arriverà solo a fine settimana, dopo un possibile incontro con i sindaci.

Fassino: «Renzi ci riceva subito, siamo stufi di tagli da dirigenti» (Repubblica, p.3)

«Con il governo è necessaria una discussione a monte, prima che decisioni e cifre diventino immodificabili. Anche perché in questi anni sono stati i Comuni i primi ad aver contribuito al risanamento del Paese». Così il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino, intervistato da Repubblica, chiede un confronto prima del Def. «Dal 2010 – spiega l’ex segretario Ds – i Comuni hanno contribuito al risanamento con oltre 17 miliardi, di cui 8,5 miliardi per il Patto di Stabilità e altri 8,5 come riduzione della spesa. Sforzo mai chiesto in uguale misura a nessuna altra amministrazione pubblica, partendo dai ministeri, mentre l’incidenza dei Comuni sul debito e sulla spesa pubblica è molto bassa».

Il governo tradisce L’Aquila. E Renzi sfotte (Libero, p.5)

Per la prima volta neanche un sottosegretario e un ministro ha partecipato alla fiaccolata in ricordo della strage provocata dal terremoto del 6 aprile del 2009 a L’Aquila e in Abruzzo, 309 vittime e un’intera regione devastatata. “Ieri, per la prima volta, da Roma non s’è visto nessuno, a rappresentare il Parlamento solo le senatrici aquilane Stefania Pezzopane ed Enza Bludo, la prima del Pd, la seconda del M5S”. E Renzi su Fb sfotte: i soldi per la ricostruzione ci sono…

Chi sono e cosa vogloono le tre matriarche che circondano il Cavaliere (Il Foglio, prima)

Maria Rosaria, Deborah e Francesca, o meglio, la signora Rossi, la signora Bergamini e la signora Pascale. “Tutte e tre sono occupatissime a tenersi su l’una con l’altra, in un regime di autarchia femminile, poi, insieme, olio di gomito e volontà di ferro, eccole impegnate a tenere in piedi anche la baracca, quella Forza Italia che non conosce più le bibliche abbondanze di un tempo…», scrive il Foglio in un lungo articolo sul triumvirato femminile che governerebbe ad Arcore.

Caos Forza Italia, niente probiviri: impossibile espellere Fitto (Il messaggero, p.8)

Il centrodestra – secondo il Messaggero – sembra a un passo dall’implosiine proprio nel feudo meridionale azzurro, la Puglia e FI (smentita l’ipotesi della candidatura dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Adriana Poli Bortone) starebbe comunque lavorando per ricomporre il quadro a sostegno del candidato Francesco  Schittulli. La spaccatura tra Berlusconi e Fitto è considerata ormai insanabile. Ma non è facile mettere alla porta il politico pugliese che conta sull’articolo 55 che regolamenta i provvedimenti disciplinari, dando a ogni iscritto la facoltà di ricorrere al collegio dei probiviri, che nel passaggio da Pdl a Forza Italia non sono mai stati eletti…

Intervista a Cichitto: «Noi ai garantisti solo con gli amici, vogliamo un ministero di serie A» (Repubblica, p.8)

«O abbiamo un dicastero dello stesso elevato peso politico dei Trasporti, oppure un ministero di serie B che ci fa passare per poltronisti senza farci conquistare un reale peso nel governo». Lo afferma il deputato Ncd Fabrizio Cicchitto in un’intervista a Repubblica. «Quanto successo sulle dimissioni di Lupi e l’attribuzione del suo ministero a Delrio mi porta a dire che non si può essere garantisti per gli amici e giustizialisti con i nemici o addirittura con chi è nella stessa maggioranza di governo».

Tribunali e timori di un flop di FI: Berlusconi in silenzio elettorale (La Stampa, p.7)

Berlusconi non farà alcuna mossa fino al verdetto del Tribunale di sorveglianza sul caso Ruby, ovvero quando andrà le mani completamente libere per fare campagna elettorale. La previsione che formula la Stampa è per fine maggio. “Fino a quel giorno, viene fatto notare, sarebbe imprudente che il condannato parlasse, magari stuzzicato dai giorenalisti”. Secondo il quotidiano torinese Berlusconi avrebbe pecepito che le prossime Regionali, per Forza Italia, saranno un bagno di sangue e non avrebbe intenzione di metterci la faccia.

Da falce e martello a coltello e forchetta (Il Giornale, p.23)

«La cucina era cosa nostra, non in senso mafioso, in senso culturale, del ceto borghese, se non aristocratico… Poi, in concomitanza con il declino dei destrorsi maestri…». Il Giornale, in un articolo di Camillo Longone, si occupa del libro di Alberto Capatti, “Storia della cucina italiana”, che racconta come, dagli anni Ottanta, da “La Gola” a “Slow food” di Petrini, la sinistra conquistò il “centro della tavola” e l’egemonia anche gastronomica, grazie ai media e al solito vizietto del monopolio culturale.

 Le Pen è il peggio? Dieudonné dice no (Libero, p.23)

Il comico accusato di antisemitismo nella sua prima intervista italiana si scaglia contro i luoghi comuni della sinistra chic. Nel libro di Sebastiano Caputo, direttore del quotidiano online L’intellettuale Dissidente, pubblica un volumetto  dal titolo Franciavanguardia che contiene interviste con alcuni fra i più interessanti intellettuali francesi. Tra loro, Dieudonne M’Bala M’Bala, il comico satirico che da parecchio tempo suscita polemiche per le sue posizioni su Israele e i musulmani. Su di lui Caputo si sofferma per delineare lo spirito irrivente e controcorrente del comico rispetto agli schemi ideologici e i tabù della sinistra, compreso quelli su Marine Le Pen, la presunta “nazista”.

Commenti