I quotidiani del 18 aprile visti da destra: dieci articoli da non perdere

18 Apr 2015 9:47 - di Monica Pucci

L’incontro tra Obama e Renzi alla Casa Bianca, il dramma immigrazione, la guerra intestina in Forza Italia, le alleanze nel centrodestra e le proverbiali  gaffe della Boldrini, in vista del 25 aprile, tengono banco sui giornali di oggi, non senza un drammatico racconto di quella strage di cristiani a bordo della barca sulla quale i musulmani si sono imposti con la forza nel tragitto verso l’Italia.

Quelle spine sulle sanzioni alla Russia e sull’ipotesi di un intervento in Libia (Il Corriere della Sera, p.2)

Oltre i racconti apologetici dell’incontro tra Obama e Renzi, qualcuno sui giornali si chiede anche che risultati abbiano prodotto i colloqui bilaterali Italia-Usa alla Casa Bianca. Il Corriere della Sera parla di sintonia sull’economia e sulle riforme ma di distanze sulle sanzioni alla Russia e sull’intervento in Libia. «È evidente che rimane una differenza di approccio con Putin, visto che qualche giorno fa il ministro Gentiloni ipotizzava una riduzione delle sanzioni a Mosca, per Obama invece non bisogna concedere nulla…».

Triton, Ue divisa. Un blocco di Paesi dice no a più fondi (Corriere della Sera, p.9)

La Ue, bombardata di richieste dall’Italia per un maggiore sostegno sul fronte dell’immigrazione, continua a rinviare qualsiasi decisione, pur ammettendo l’insufficienza degli attuali finanziamenti per Triton. Ma sono tanti i Paesi della Ue che non hanno voglia di impegnarsi di più sul fronte dell’immigrazione, all’ordine del giorno c’è solo un documento dell’Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, sulla stabilizzazione della Libia, nulla più.

“Abbiamo pregato Dio e quelli si sono scatenati” (La Stampa, p.6)

«Abbiamo pregato Dio e quelli si sono scatenati, è stato terribile, quasi non possiamo credere di essere vivi», raccontano gli emigranti scampati alla tragedia nella quale una decina di cattolici sono stati gettati in acqua da musulmani, durante la traversata verso la Sicilia. «Adesso siamo in salvo – raccontano sulla Stampa – ma ho visto morire il mio cuginetto che tenevo a galla per la maglietta, ho nuotato per due ore con non ce l’ho più fatta, ho detto perdonami e l’ho lasciato andare…».

“Io partigiana decorata snobbata dalla Bolfrini perché non sono rossa» (Libero, p6.)

Paola Del Din, medaglia d’oro, cattolica, si lanciava col paracadute per consegnare documenti agli alleati aggirando le linee di combattimento. E alla morte del fratello Renato fu prescelta dal resto della Brigata Osoppo per portare messaggi anche al sud, unica donna vivente a vantare due medaglie d’oro. Ma la presidente della Camera, Laura Boldrini, non l’ha ospitata giovedì alla Camera alla grande festa dei partigiani, racconta Libero.

“Via Dux dall’obelisco”, bufera su Boldrini (Il Messaggero, p.9)

Alla fine Laura Boldrini ha smentito, ma non ha convinto nessuno: «La presidente della Camera – fa notare il suo portavoce – non ha mai affermato di voler abbattere i monumenti eretti nell’epoca fascista, ad improbabile imitazione del modello Isis. La discussione sull’eredità del 25 aprile merita di essere indirizzata su temi più seri». Ma nel frattempo, racconta il Messaggero, la bufera sulla Boldrini era scoppiata, con tanto di censura anche da parte del commissario del Pd romano Matteo Ofini sul quella richiesta della Boldrini di cancellare la scritta “Dux” dall’obeliscono del Foro Italico.

La finta pacificazione nazionale che tenta di distruggere la storia (Il Giornale, p.12)

Trecento eventi per ricordare la Liberazione, annuncia il governo, ma il clima non è dei migliori, racconta il Giornale, dal volantinaggio dell’Anpi contro il film su Giovanni Gentile, al Bella Ciao cantatno in aula alla Camera, alla richesta di buttare giù l’obelisco con il onme di Mussolini, arrivato dalla Boldrini, con un campionario di dichiarazioni e provocazioni della sinistra che sembrano fatte apposta per esacerbare gli animi in vista del 25 aprile.

Lettera appello a Renzi sul poliziotto Tortosa, di Vittorio Feltri (Il Giornale, prima pagina)

Il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, si rivolge direttamente al premier Renzi per commentare la vicenda del poliziotto che su Fb aveva “rivendicato” il blitz della Diaz, finendo per essere sospeso dal servizio. “Egli, contrariamente ad altri suoi colleghi, non è stato indagato né processato… ciò significa che non commise reati o abusi, pertanto, nel dire che non esiterebbe a rifare ciò che ha fatto, ribadisce la propria onesta e cioé che ubbidirebbe ai comandi dei superiori senza violare le legge, oggi come ieri…».

Intervista a Umberto Bossi: “Salvini sbaglia sulle ruspe anti-Rom, Silvio non è finito, Renzi è il passato” (Libero, p.8)

«Non era previsto che lasciassi la Lega, è stata la magistratura, non furono fatti familiari, mi hanno sparato, una trappola, io penso ai servizi segreti…».Così Umberto Bossi, a Libero, racconta la sua uscita di scena dalla prima linea della politica, dalla quale, comunque, non si è staccato del tutto. I suoi giudizi sono come al solito categorici: «La Lega è una mia creatura ma non parla più di indipendenza, è un problema, Salvini sta facendo bene ma sui Rom ha sbagliato, se gli distruggi i campi è peggio, quelli vanno sotto ai ponti. Berlusconi? Non è finito, i voti li ha, Renzi è già il passato».

Berlusconi ricuce con gli alleati, ma niente nome nel simbolo di FI (Il Giornale, p.9)

Berlusconi strappa l’appoggio della Meloni al “suo” Toti in Liguria, dà la carica ad Adriana Poli Bortone in Puglia ma è tentato da non mettere la faccia in queste regionali. Ci sarà Forza Italia ma non il brand forte del suo leader, il nome, racconta il Giornale. Il Cavaliere è dubbioso sull’esito delle Regionali ma in ogni caso garantisce il suo impegno in campagna elettorale, con Brunetta che fa l’ottimista: «Ce la possiamo giocare».

Fitto e la guerra legale sul simbolo in Puglia: un testo per il futuro (Il Corriere della Sera, p.15)

Fitto non ha nessuna intenzione di andarsene, racconta il Corriere della Sera, anzi, in queste ore sta lavorando alacremente alle liste perché considera ormai impossibile qualsiasi mediazione con i vertici di Forza Italia. L’ex governatore, a quanto pare, conferma l’intenzione di fare ricorso anche sull’uso del simbolo, fino a portare la querelle in tribunale ma per il momento non avrebbe intenzione di allargare la battaglia anche in altre regioni.

 

Commenti