Rampelli (FdI), il reato di tortura? «Un assist a delinquenti e teppisti»

10 Apr 2015 16:44 - di Priscilla Del Ninno

«L’introduzione del reato di tortura oggi, per il metodo scelto e per il merito della legge introdotta, è un assist a delinquenti e teppisti di varia specie». Non ha dubbi in merito Fabio Rampellicapogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale che affida ad una nota le recriminazioni a riguardo, alimentando il dibattito polemico che ha accompagnato e sostenuto fattivamente la spinta sull’introduzione e l’aggiornamento delle norme inerenti il reato di tortura. Un’accelerazione nata sull’onda della sentenza di condanna della Corte dei Strasburgo per i fatti di Genova, culminata nel via libera della Camera al ddl sul reato di tortura (approvato a Montecitorio con 244 sì, 14 no e 50 astenuti), ma per la cui approvazione finale bisognerà aspettare diverse settimane, visto che il testo ora dovrà tornare al Senato.

Reato di tortura? Un processo alle istituzioni

È ancora alto il livello dello scontro sul reato di tortura, il cui testo era in Parlamento da tempo – e che ha tra i suoi riferimenti principali la Convenzione Onu contro la Tortura, firmata (anche dall’Italia), a New York nel 1984 – ma che solo negli ultimi giorni – a causa della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo sul caso della scuola Diaz – ha registrato un’accelarazione propulsiva improvvisa. Con tutte le ovvie recriminazioni polemiche e annotazioni controverse che ne sono conseguite. Non si sottrae al confronto, tra gli altri, l’esponente di FdI Fabio Rampelli che, proseguendo la sua disamina critica sulla tanto dibattuta norma, rileva e sottolinea – a proposito di tempestiche concomitanti forse non proprio accidentali – come, «non a caso, subito dopo la sua approvazione, il gruppo Sel al Senato ha presentato un ddl d’inchiesta sui fatti della Diaz, ovviamente non con l’intenzione di smascherare attivisti comunisti e anarchici che hanno devastato una città trasformando una manifestazione in una tragedia, ma con l’intento di processare le istituzioni». Un comportamento sanzionato dal deputato di Fratelli d’Italia di cui, prosegue nella nota, «siamo sdegnati»; «un gioco al massacro che getta le nostre Forze dell’Ordine sul banco degli imputati».

«Un provvedimento inaccettabile»

Un passo avanti, quello compiuto con l’introduziuone del reato di tortura a detta dei sostenitori della norma. Un aggiornamento pleonastico, ha evidenziato invece Fabio Rampelli. «Il nostro codice penale – ha infatti dichiarato il deputato di FdI – prevedeva già il consistente aggravamento della sanzione per reati sulla persona commessi da pubblici ufficiali nello svolgimento delle funzioni, ma nessuno ha voluto considerarlo. Non c’era bisogno di creare un’altra fattispecie di reato, difficile da rilevare, che darà man forte ai provocatori di professione». Quindi, dopo l’affondo, la stoccata finale: «Quello che rende ancor più inaccettabile il provvedimento – ha sostenuto Rampelli – è che si è data l’impressione di approvarlo sotto il ricatto dell’Unione Europea. I poliziotti che hanno sbagliato a Genova hanno subito il processo, come era ovvio che fosse. Siamo ferocemente contro la tortura – ha quindi concluso il capogruppo – ma con questa decisione vengono torturati coloro che dovrebbero far rispettare le leggi». Come a dire che, chi di legge dovrebbe poter ferire, di legge rischia di arrivare a perire…

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