Il Papa a Cuba prima che negli Usa: le aspettative di un viaggio molto politico

23 Apr 2015 11:40 - di Anna Clemente
papa

C’è attesa a Cuba per la visita che papa Francesco svolgerà in settembre prima di recarsi negli Stati Uniti. «Siamo contenti e soddisfatti», ha commentato monsignor Josè Felix Perez, segretario aggiunto della Conferenza dei vescovi di Cuba, dopo che padre Federico Lombardi ha confermato il viaggio pastorale di cui tutti hanno colto la portata politica. Il viaggio, infatti, arriva nel contesto del «dialogo in corso con gli Stati Uniti, dialogo del quale – ha ricordato Perez – il Papa è stato uno dei promotori».

Un viaggio dal forte significato politico

Date certe ancora non ce ne sono, ma si va accreditando l’ipotesi che Bergoglio possa fermarsi sull’Isola dal 19 al 21 settembre, visto che – come spiegato da padre Lombardi – il Pontefice vi farà «una tappa prima di giungere negli Stati Uniti per il viaggio già da tempo annunciato». Come noto, negli Stati Uniti papa Francesco sarà dal 22 sera al 27 settembre, con tappe a Washington, New York e Filadelfia. Nell’agenda del Pontefice il 24 settembre c’è anche un discorso al Congresso, riunito in seduta comune. Mai prima d’ora un Papa aveva parlato davanti al plenum del parlamento statunitense. Ma questo evento già di per sé storico ora si carica di un nuovo significato: il Congresso è spaccato sulla linea del dialogo adottata da Obama con Raul Castro, linea di cui il Pontefice è stato strenuo e attivo sostenitore. Il suo discorso all’indomani del viaggio all’Avana, dunque, si connota fin d’ora come un atto politico di grande peso.

Ecco cosa ci si aspetta dalla visita del Papa a Cuba

In settembre, inoltre, si festeggiano gli 80 anni delle relazioni diplomatiche tra l’isola e la Santa Sede e in molti si aspettano che l’azione diplomatica del Vaticano verso gli Stati Uniti, rafforzata dalla visita del Papa, possa dare un contributo determinante al cammino di normalizzazione tra i due “partner” ora in fase di disgelo, soprattutto per quanto riguarda la questione dell’embargo, che se cancellato contribuirebbe a un rinnovamento dell’economia cubana di cui si gioverebbe tutto il continente. Ma anche la Santa Sede ha un suo interesse politico specifico da portare avanti in territorio cubano: sostenere la Chiesa locale, che ha iniziato ad avere vivibilità dopo le visite di Giovanni Paolo II nel 1998 e Benedetto XVI 2012 (le uniche due visite di papi sull’Isola), ma che ancora non ha uno status giuridico.

La soddisfazione dell’Avana

«La presenza del Papa a Cuba sarà memorabile», ha detto il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parilla. Francesco, ha aggiunto Parilla, «riceverà la più calda ospitalità di Cuba» perché «siamo molto orgogliosi di avere un papa sudamericano» e anche perché «la sua predicazione per sradicare la povertà dal mondo suscita l’ammirazione di tutti».

 

 

Commenti