La Palestina nella Corte dell’Aja. Potrà citare Israele per crimini di guerra

1 Apr 2015 13:35 - di Eleonora Guerra
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La Palestina è entrata ufficialmente a far parte dei 123 Paesi che aderiscono alla Corte penale internazionale dell’Aja. «Questa è una giornata storica», è stato il commento del negoziatore capo Saeb Erekat. «Una giornata – ha aggiunto – che serve come sollecito alla comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità al fine di raggiungere una pace duratura e mettere fine all’occupazione». Anche per Nabil Shaat, un altro alto funzionario palestinese ed esponente di Fatah, «con oggi si apre una nuova fase della strategia palestinese per il raggiungimento di un accordo definitivo con Israele».

La Palestina prepara un dossier contro Israele

L’ingresso della Palestina nella Cpi ha delle conseguenze pratiche di grande peso: da questo momento Ramallah potrà chiedere la chiamata in giudizio per lo Stato di Israele, accusandolo di crimini di guerra nei Territori palestinesi. La Cpi, facendo seguito a una norma dello Statuto, ha avviato le indagini preliminari il 16 gennaio, subito dopo l’adesione della Palestina al Trattato istitutivo della Corte. I reati per cui la Palestina ha chiesto l’intervento sarebbero stati commessi dopo il 13 giugno 2014, data dell’inizio, è stato spiegato da parte palestinese, «dell’escalation militare israeliana» contro la Striscia di Gaza, seguita al rapimento e all’uccisione di tre giovani ebrei in Cisgiordania, per i quali il governo Netanyahu aveva accusato gli islamici di Hamas. Ma ora la leadership di Ramallah si starebbe preparando a sottoporre alla Cpi anche altri casi. Stando alle parole di Erekat, citato dai media locali, i palestinesi «si stanno preparando a presentare un dossier completo, che riguarda questioni legate ai coloni e alla guerra a Gaza, ma questo non significa l’assenza di altri dossier e altri crimini».

Ma anche Hamas può finire a processo

Ma secondo le spiegazioni di un funzionario del ministero degli esteri dell’Anp, le indagini della Cpi, guidate dal procuratore generale Fatou Bensouda, potrebbero prendere in considerazione «pure crimini commessi da fazioni palestinesi» e in particolare da «quella islamica di Hamas». La Corte ha giurisdizione per quanto accade nel territorio di ogni Stato aderente e procede, in base alle norme del diritto internazionale, non contro le nazioni in quanto tali, bensì contro persone in posizione di comando, cui vengano attribuiti i crimini. Dunque, anche se Israele non fa parte della Cpi i suoi leader politici e militari potrebbero essere chiamati in causa se verranno giudicati colpevoli di crimini contro l’umanità nei territori occupati.

 

 

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