Nucleare iraniano, il Congresso Usa verso il sì all’accordo con Teheran

14 Apr 2015 18:11 - di Mariano Folgori

Nucleare iraniano, la sigla dell’accordo è ora più vicina. Repubblicani e democratici hanno raggiunto al Senato americano un accordo che spiana la strada ad un voto del Congresso Usa sull’intesa con l’Iran. L’accordo bipartisan sarà votato dalla commissione esteri e dovrebbe essere – riportano i media Usa – “a prova di veto” da parte del presidente Barack Obama. L’accordo, raggiunto dal presidente della Commissione esteri del Senato, il repubblicano Bob Corker, e il capogruppo democratico Benjamin Cardin, sarà messo al voto , ma i leader di entrambi i partiti, scrive il New York Times, hanno già espresso il loro sostegno. In base a tale accordo, secondo le prime indiscrezioni, i tempi di revisione da parte del Congresso di ogni accordo finale con l’Iran vengono accorciati da 60 a 52 giorni e il Congresso avrà 30 giorni per approvarlo o bocciarlo. Il cammino è ancora lungo ma una importante tappa è stata raggiunta.

Teheran : l’Ue deve impegnarsi nell’accordo sul nucleare

Il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, ha ribadito da parte sua da Madrid la posizione dell’Iran sulle sanzioni contro il suo paese, affermando che queste dovranno essere rimosse quando sarà raggiunto l’accordo finale sul programma nucleare iraniano. Zarif è nella capitale spagnola per una serie di incontri.  L’esponente del governo dell’Iran ha dichiarato anche che l’Unione europea dovrebbe svolgere un ruolo efficace per il raggiungimento di un accordo sul nucleare iraniano. Nel suo viaggio in Europa, che proseguirà a Lisbona, Zarif – riferisce l’Irna –  discuterà proprio il ruolo che l’Europa può svolgere ed il rafforzamento dei legami con il Paese. Zarif ha anche annunciato che il prossimo round di negoziati tra Teheran e le potenze del 5+1 – a livello di viceministri – riprenderà il 21 aprile. Lo riferisce la Tasnim, aggiungendo che il ministro non ha precisato la sede. Il suo vice Abbas Araqchi ha detto tuttavia che sarà con ogni probabilità New York, a margine della sessione dell’Onu sul disarmo.

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