Nepal, numeri a casaccio dalla Farnesina: 39 italiani spariti ma non dispersi…

28 Apr 2015 13:25 - di Livia De Santis

Il terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso 25 aprile ha spostato il terreno sotto l’area di Kathmandu fino a tre metri verso sud, mentre l’Everest dovrebbe essere rimasto della stessa altezza. Lo affermano alcuni esperti internazionali citati dal sito del Guardian. L’analisi, spiega il quotidiano, è di James Jackson dell’università di Cambridge, e i risultati sono simili a quelli ottenuti indipendentemente da Sandy Steacy dell’università di Adelaide.

Terremoto in Nepal, Kathmandu si è spostata di 3 metri

«Sembra che il terremoto – afferma Steacy – abbia interessato la faglia che separa il subcontinente indiano dall’Eurasia. La placca è sprofondata di circa dieci gradi verso nord est. Il movimento relativo nella zona interessata è stato al massimo di tre metri, appena a nord di Kathmandu». Mentre Kathmandu si è mossa, aggiunge l’esperta, anche se non ovunque si è raggiunto il massimo spostamento, è improbabile invece che l’altezza dell’Everest sia cambiata. «Lo scorrimento principale è stato ad ovest dell’Everest – sottolinea – ma la montagna non è sopra il piano interessato direttamente. Inoltre il movimento della faglia è molto superficiale, quindi tre metri in orizzontale non implicano grandi spostamenti in verticale».

Le vittime salite a 4.485. Gentiloni: 39 gli italiani da rintracciare

La polizia ha reso noto un nuovo bilancio delle vittime del terremoto: i morti hanno raggiunto quota 4.485. I feriti invece sono stati calcolati in 8.235 in tutto il territorio nepalese. Il distretto di Sindhupalchok è quello che ha registrato il maggior numero di vittime (1.180), seguito da Kathmandu (1.039). La stessa polizia ha fornito una lista parziale di dieci cittadini morti di Cina, Francia, India, Usa e Australia. Quattro le vittime italiane. Manca all’appello il giovane bolzanino Aaron Hell. Il 22enne, scrive il quotidiano Dolomiten, da due mesi si trova in Nepal, doveva rientrate in Alto Adige giovedì scorso, ma all’ultimo ha deciso di prolungare il suo soggiorno per fare un’altra gita di trekking nel parco nazionale di Langtang. L’ultimo contatto telefonico è avvenuto dodici giorni fa.  In totale sono ancora 39 gli italiani da rintracciare in Nepal, ha affermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni «ma questo non vuol dire che siano dispersi».

La Farnesina attiva per il rientro degli italiani

«Stiamo predisponendo il primo aereo che riporterà a casa i nostri connazionali». Lo ha annunciato il responsabile dell’unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri in diretta su Radio anch’io. Taffuri ha poi spiegato che le operazioni di rientro degli italiani dipendono anche dal grado di congestione dello scalo di Kathmandu.

La testimonianza: il bosco in cui eravamo ci ha salvato la vita

«È stato il bosco in cui ci trovavamo a salvarci la vita, ma fate qualcosa per aiutare questa gente in qualche modo. Perché non sappiamo dire quanti morti ci siano». Edoardo Giuliani, di Ancona, è scampato con il padre Giancarlo dal terremoto in Nepal. Comunica con i familiari tramite Facebook, e il Resto del Carlino ha pubblicato la sua testimonianza. Al momento della scossa di magnitudo 7.9 registrata sabato scorso, i Giuliani si trovavano «tra Deboche e Namche Bazar, per fortuna in un bosco, dopo la salita dell’Island Peak. Lì vicino – racconta Edoardo – c’è un lago ghiacciato e se sono caduti dei massi, temiamo per la vita di quelle persone. È stato pazzesco, oscillava tutto. Siamo caduti a terra per la forza sprigionata» dal terremoto. «Il terreno sotto i nostri piedi si è aperto con delle crepe», sono caduti massi ed «è venuta giù mezza montagna».

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