Mattarella al Papa: la mancanza di lavoro inghiotte il futuro dei giovani

18 Apr 2015 11:59 - di Giulia Melodia

Il presidente Mattarella in Vaticano da Papa Bergoglio. Lo storico primo incontro tra il Pontefice e l’inquilino del Quirinale è cominciato poco prima delle dieci di questa mattina. I temi caldi affrontati nel corso del colloquio in Vaticano, la crisi, la disoccupazione giovanile, l’immigrazione e il doloroso fronte della feroce persecuzione dei cristiani nel mondo.

Matterella in Vaticano da Bergoglio

Il presidente Sergio Mattarella in Vaticano, accompagnato dalla figlia Laura e da cinque nipoti – mentre il seguito ufficiale, composto da una nutrita delegazione, era guidato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con la consorte, Emanuela Mauro – è stato accolto nel Cortile di San Damaso dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein. Quindi ha fatto il suo ingresso Papa Francesco, che ha accolto i suoi istituzionali ospiti sulla soglia della Sala del Tronetto da dove, accomaditisi in biblioteca, il pontefice e il reosdiente della Repubblica, hanno scambiato qualche battuta mentre scattavano i fash dei fotografi. Alle 9,54 è cominciato il colloquio privato, durato 23 minuti, nel corso del quale i deu hanno affrontati i temi caldi in agenda. Ecco gli argomenti principali del colloquio.

I temi dell’incontro

1) Disoccupazione. «La carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità». «Il dramma della disoccupazione e delle nuove povertà – ha ribadito a riguardo Mattarella – rischia di inghiottire il futuro di intere generazioni. Si impone una visione dello sviluppo economico e sociale che sappia rimettere al centro la persona e la famiglia»

2) Immigrazione. Dopo aver espresso «gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere numerosi migranti che a rischio della vita chiedono accoglienza», il Papa ha anche aggiunto però che «non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale, date le proporzioni del fenomeno». Una richiesta rilanciata dallo stesso Mattarella che, nel concordare col Pontefice sul «generoso» impegno italiano in materia, ha anche ribadito come e quanto il Paese invochi «da tempo un intervento deciso dell’Unione Europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà». Non tralasciando di sottolineare come il nostro Paese, e l’intera Unione Europea, assistono a quello che il Pontefice «ha definito un nuovo tipo di conflitto mondiale frammentato, sui territori più poveri, e di cui è immediata conseguenza il dramma dei profughi che tentano di approdare sulle nostre coste».

3) Persecuzioni dei cristiani. «La libertà religiosa costituisce un cardine della Costituzione italiana e la violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo interpella, con forza, le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza», ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella nel suo discorso in Vaticano.

4) Terrorismo. E, strettamente connesso al tema delle crociate religiose contro una fede, l’inquilino del Quirinale ha anche rilevato come «il dialogo tra le grandi tradizioni religiose appare tanto più urgente nel momento in cui si avverte, anche nel nostro Paese, la minaccia del terrorismo internazionale che, spesso, si nasconde dietro inaccettabili, e pretestuose, rivendicazioni religiose».

5) Rapporti Italia-Santa Sede. «Considero il colloquio appena concluso, per l’intensità che lo ha accompagnato, una testimonianza preziosa del rapporto davvero speciale che esiste tra la Santa Sede e lo Stato italiano», ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso in Vaticano subito dopo il primo incontro con Papa Francesco. E a conferma dello «stretto rapporto tra Italia e Santa Sede» che, ha ricordato il presidente, «affonda le radici nella sua storica peculiarità, oltre che nella contiguità territoriale», Mattarella ha sottolineato, una volta di più, come il dialogo tra l’Italia e la Santa Sede si sviluppi «attraverso relazioni rispettose», e si intensifichi costantemente «anche grazie a un magistero pontificio diretto alla realtà universale e che, tuttavia, interpella direttamente la realtà sociale, economica e politica italiana».

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