Marion Le Pen si candida al posto del nonno e dice: «Attenti, vi faremo male»

13 Apr 2015 21:14 - di Antonio Pannullo
Marion Le Pen

È uscita dal silenzio soltanto per piazzare la mossa vincente: nel Paca (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), la regione dove il Front National spera in uno storico successo, come presidente si candiderà lei, Marion, al posto del nonno Jean-Marie. Dieci giorni di battaglia nel partito e di saga familiare hanno lasciato il segno. Ancora venerdì scorso, l’anziano fondatore e presidente onorario, Jean-Marie, 87 anni, era convinto di dare battaglia nel consiglio esecutivo del partito venerdì prossimo. Il fine settimana ha portato consiglio in casa Le Pen. Già in un’intervista a Le Journal du Dimanche, Le Pen senior ipotizzava un ticket fra la nipote Marion e un altro storico personaggio del partito, suo ex braccio destro, Bruno Gollnisch. Una sorta di pasticcio che è rimasto in piedi poche ore prima che la rampante leader Marion Marechal-Le Pen non lo spazzasse via.  Lunedì, il definitivo passo indietro di Jean-Marie Le Pen. Ma, in cambio, ha voluto che al suo posto si presentasse Marion, parlamentare eletta nella vicina Vaucluse. Una scelta che peraltro sembrava probabile a diversi osservatori che ipotizzavano questa soluzione per mantenere gli equilibri del partito fra “innovatori” con Marine e “ortodossi” con Jean-Marie. «Non mi presento, anche se sono convinto che sarei il miglior candidato per il Front National», questo l’ultimo ruggito del vecchio Le Pen. La parola, quindi, è passata alla bionda e determinata nipote, 26 anni. La quale, nel dichiararsi ormai pubblicamente candidata, ha subito preso le distanze dal progetto del nonno di un ticket con Gollnisch. E non ha avuto la minima esitazione nel dire no a un progetto di binomio con qualcuno che per lei è simbolo «di un Front di altri tempi, che non mi sembra più attuale. Per la mia età, spero di incarnare la generazione che arriva adesso e il rinnovamento». Esponente dell’ala pià nazionalista e conservatrice, che proprio a Jean-Marie faceva capo, Marion ha condannato – come la zia Marine – le frasi del nonno sulle camere a gas. Ma, in un delicatissimo gioco di equilibri politico-familiari, non quelle sulla Francia collaborazionista di Petain.

Marion annuncia la sua candidatura in Provenza-Alpi-Costa Azzurra

Sessant’anni meno di Jean-Marie, che la teneva in braccio – bambina – nei suoi manifesti elettorali del 1992, Marion Marechal-Le Pen diventa ora “l’altro” Front National. La nipote del fondatore, figlia di Yann – una delle tre sorelle Le Pen – e di Samuel Marechal, industriale ed esponente del FN, ha avuto fin dall’infanzia una vita intensa, molto assorbita da tensioni familiari e politiche. Marechal, dal quale ha preso una parte del cognome, aveva sposato la madre ma non era suo padre. Sulle sue origini biologiche si è scritto molto fin quando l’indiziato numero uno, il giornalista e diplomatico Roger Auque, non è morto lasciando scritto che Marion era effettivamente sua figlia. Il nonno l’adorava fin da piccola e la sua brevissima ma folgorante carriera politica l’ha ricompensato. Anche se oggi Marion ha affermato la sua indipendenza rifiutando la “tutela” di Gollnisch, nella candidatura alla presidenza della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Dopo qualche esperienza politica minore nelle liste FN fin da adolescente, Marion si lancia alle regionali nel 2010, ad appena 20 anni. È acerba, sfugge le telecamere, non sa rispondere efficacemente ai giornalisti. Delusa, riprende gli studi di diritto ma due anni dopo nonno Jean-Marie torna alla carica per convincerla a presentarsi nella regione “amica” della Vaucluse alle politiche. Lei non ne vuole sapere, cerca anche l’aiuto della zia Marine per dissuadere il nonno, poi accetta. Ed è un successo: a 22 anni, Marion batte il rivale Ump al primo turno e diventa la più giovane parlamentare della storia di Francia, unica deputata del Front National all’Assemblea (l’altro, Gilbert Collard, figura nelle liste del parto della presidente, il Rassemblement Bleu Marine). In questi anni di politica, il suo carattere focoso e le sue prese di posizione “ortodosse” hanno confermato il legame fortissimo con il nonno. Durissime, di recente, alcune sue frasi sul premier Manuel Valls («dimostra un disprezzo cretino», ha detto, facendolo inferocire). Poi ancora, rivolta ai suoi, «sta per avere una crisi cardiaca, finitelo per favore!». Parole oltre i confini della politica, che l’hanno fatta paragonare al nonno. Come quando ha minacciato così i giornalisti che la attorniavano nel corso di un discusso premio attribuito a un esponente del FN e boicottato all’ultimo minuto: «Vi fregheremo, quando arriveremo noi vi faremo davvero male…».

 

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