In Italia non ci si potrà più ammalare: verso lo stop alle detrazioni sanitarie

27 Apr 2015 12:44 - di Eleonora Guerra
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Recuperare soldi tagliando le detrazioni e le deduzioni fiscali, comprese quelle per le spese sanitarie, per le badanti e per gli interessi sui mutui. È una delle proposte presentate a Palazzo Chigi dal commissario per la spending review Yoram Gutgeld e dal consigliere economico della presidenza del Consiglio Roberto Perrotti.

Palazzo Chigi tenta di minimizzare

Si tratta di misure che, se adottate, avrebbero un forte impatto sociale e che, già nel momento della loro formulazione ufficiale, rappresenterebbero un nuovo terreno di scontro politico e parlamentare. Non a caso il governo si è affrettato a spiegare che si tratta solo di «una ipotesi di lavoro» e che «nessuna decisione è stata ancora presa», mentre le scelte definitive saranno compiute «soltanto in sede di legge di Stabilità». Epperò le proposte sono lì e Palazzo Chigi ha tentato di minimizzare, ma non le ha rinnegate. Dunque, ad oggi le rassicurazioni suonano solo come un tentativo di prendere tempo, magari per temporeggiare fino all’autunno. Anche perché la risoluzione con cui il Parlamento ha appena licenziato il Def chiede esplicitamente che l’intervento sulle tax expenditures sia rivolto a eliminare doppioni e agevolazioni non giustificate dal punto di vista economico o sociale.

Taglio delle detrazioni sanitarie

Ma l’ipotesi allo studio va nella direzione opposta. Nel dettaglio, infatti, la proposta sarebbe quella di tagliare del tutto detrazioni e deduzioni per i redditi superiori ai 75mila euro, di renderle modulabili per i redditi fino a 55mila euro e di mantenerle per quelli sotto i 55mila euro. La sforbiciata alle agevolazioni riguarderebbe le spese sanitarie, gli interessi sui mutui, le locazioni per gli studenti fuori sede. E ancora, i contributi previdenziali, l’assegno al coniuge, le spese per l’assistenza personale e familiare, le ristrutturazioni edilizie, le spese veterinarie e perfino le spese funebri. Non si salverebbero nemmeno le imprese, anche loro soggette a una riduzione delle agevolazioni.

 

 

 

 

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