Immigrazione, gli armatori scrivono alla Ue: in 40mila salvati dai mercantili

8 Apr 2015 18:48 - di Guido Liberati

Sono stati più di 40mila i migranti salvati dalle navi mercantili nell’ultimo anno e circa 3.500 le vittime: il dato è dell’associazione europea degli armatori (Ecsa) fornito in una lettera appello ai governi dell’Unione europea affinché si intervenga in una situazione definita «insostenibile». Nella lettera, inviata ai 28 paesi membri dell’Ue e firmata oltre che dall’Ecsa, dalle Federazioni Europea e Internazionale dei lavoratori del trasporto (Etf e Itf), e dalla Camera Internazionale dello Shipping (Ics), si sottolinea che «la crisi sta assumendo proporzioni fuori controllo. Serve un intervento di sistema», sostengono i firmatari dell’appello, per salvaguardare non solo vite umane ma anche la sicurezza della navigazione dei mezzi mercantili che, attraverso le operazioni di recupero, sono sempre più esposti a danni e rischi di diversa natura.

Immigrazione, “Liberation” contro il governo francese

Nonostante le operazioni Mare nostrum prima e Triton poi, la situazione nelle nostre acque non pare migliorare. Nei giorni di Pasqua la Guardia Costiera e la Marina Militare, in cinque distinte operazioni di soccorso, alcune a ridosso delle acque libiche, hanno tratto in salvo nel Canale di Sicilia oltre 1500 migranti salpati su gommoni e barconi fatiscenti dalla Libia alla volta dell’Italia. All’emergenza immigrazione, in particolare alla situazione a Lampedusa, Liberation, il quotidiano della gauche francese, ha dedicato le prime quattro pagine – con inviato, interviste e commenti – nell’edizione di martedì 7 aprile. Nell’editoriale dal titolo “Tragedia”, si parla di «mondializzazione dell’indifferenza»: «rifiutando di affrontare questa crisi dei profughi – scrive Liberation – la più grave dalla Seconda guerra mondiale, l’Europa corre il rischio di rafforzare il risentimento e l’odio. In particolare la Francia, che non partecipa abbastanza chiaramente allo sforzo collettivo. La Francia, paese dei diritti dell’uomo».

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